1Pt 1, 24-25 La parola del Signore rimane in eterno

(1Pt 1, 24-25) La parola del Signore rimane in eterno
[24] Poiché tutti i mortali sono come l'erba e ogni loro splendore è come fiore d'erba. L'erba inaridisce, i fiori cadono, [25] ma la parola del Signore rimane in eterno. E questa è la parola del vangelo che vi è stato annunziato.
(CCC 1100) La Parola di Dio. Lo Spirito Santo ricorda in primo luogo all'assemblea liturgica il senso dell'evento della salvezza dando vita alla Parola di Dio che viene annunziata per essere accolta e vissuta: “Massima è l'importanza della Sacra Scrittura nel celebrare la Liturgia. Da essa infatti vengono tratte le letture da spiegare nell'omelia e i salmi da cantare; del suo afflato e del suo spirito sono permeate le preci, le orazioni e gli inni liturgici, e da essa prendono significato le azioni e i segni” [Conc. Ecum. Vat. II, Sacrosanctum concilium, 24]. (CCC 1101) E' lo Spirito Santo che dona ai lettori e agli uditori, secondo le disposizioni dei loro cuori, l'intelligenza spirituale della Parola di Dio. Attraverso le parole, le azioni e i simboli che costituiscono la trama di una celebrazione, egli mette i fedeli e i ministri in relazione viva con Cristo, Parola e Immagine del Padre, affinché possano trasfondere nella loro vita il significato di ciò che ascoltano, contemplano e compiono nella celebrazione. (CCC 1102) “In virtù della parola salvatrice la fede […] si alimenta nel cuore dei credenti, e con la fede ha inizio e cresce la comunità dei credenti” [Conc. Ecum. Vat. II, Presbyterorum ordinis, 4]. L'annunzio della Parola di Dio non si limita ad un insegnamento: essa sollecita la risposta della fede, come adesione e impegno, in vista dell'Alleanza tra Dio e il suo popolo. E' ancora lo Spirito Santo che elargisce la grazia della fede, la fortifica e la fa crescere nella comunità. L'assemblea liturgica è prima di tutto comunione nella fede.

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