1Pt 2, 24-25 Dalle sue piaghe siete stati guariti

(1Pt 2, 24-25) Dalle sue piaghe siete stati guariti
[24] Egli portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, perché, non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia; [25] dalle sue piaghe siete stati guariti. Eravate erranti come pecore, ma ora siete tornati al pastore e guardiano delle vostre anime.
(CCC 612) Il calice della Nuova Alleanza, che Gesù ha anticipato alla Cena offrendo se stesso [Lc 22,20], in seguito egli lo accoglie dalle mani del Padre nell'agonia al Getsemani [Mt 26,42] facendosi “obbediente fino alla morte” (Fil 2,8) [Eb 5,7-8]. Gesù prega: “Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice!” (Mt 26,39). Egli esprime così l'orrore che la morte rappresenta per la sua natura umana. Questa, infatti, come la nostra, è destinata alla vita eterna; in più, a differenza della nostra, è perfettamente esente dal peccato [Eb 4,15] che causa la morte [Rm 5,12 ]; ma soprattutto è assunta dalla Persona divina dell' “Autore della vita” (At 3,15), del “Vivente” (Ap 1,17: Gv 1,4; 5,26). Accettando nella sua volontà umana che sia fatta la volontà del Padre [Mt 26,42], Gesù accetta la sua morte in quanto redentrice, per “portare i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce (1Pt 2,24).

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