1Pt 3, 14 Se doveste soffrire per la giustizia beati voi

(1Pt 3, 14) Se doveste soffrire per la giustizia beati voi
[14] E se anche doveste soffrire per la giustizia, beati voi! Non vi sgomentate per paura di loro, né vi turbate
(CCC 1836) La giustizia consiste nella volontà costante e ferma di dare a Dio e al prossimo ciò che è loro dovuto. (CCC 1953) La legge morale trova in Cristo la sua pienezza e la sua unità. Gesù Cristo in persona è la via della perfezione. E' il termine della Legge, perché egli solo insegna e dà la giustizia di Dio: “Il termine della legge è Cristo, perché sia data la giustizia a chiunque crede” (Rm 10,4). (CCC 1757) L'oggetto, l'intenzione e le circostanze costituiscono le tre “fonti” della moralità degli atti umani. (CCC 1758) L'oggetto scelto specifica moralmente l'atto del volere, in quanto la ragione lo riconosce e lo giudica buono o cattivo. (CCC 1759) “Non può essere giustificata un'azione cattiva compiuta con una buona intenzione” [San Tommaso d'Aquino, In duo praecepta caritatis et in decem Legis praecepta expositio, c. 6]. Il fine non giustifica i mezzi. (CCC 1760) L'atto moralmente buono suppone la bontà dell'oggetto, del fine e delle circostanze. (CCC 1761) Vi sono comportamenti concreti che è sempre sbagliato scegliere, perché la loro scelta comporta un disordine della volontà, cioè un male morale. Non è lecito compiere il male perché ne derivi un bene. (CCC 1755) L'atto moralmente buono suppone, ad un tempo, la bontà dell'oggetto, del fine e delle circostanze. Un fine cattivo corrompe l'azione, anche se il suo oggetto, in sé, è buono (come il pregare e il digiunare per essere visti dagli uomini). L'oggetto della scelta può da solo viziare tutta un'azione. Ci sono dei comportamenti concreti - come la fornicazione - che è sempre sbagliato scegliere, perché la loro scelta comporta un disordine della volontà, cioè un male morale. (CCC 1756) E' quindi sbagliato giudicare la moralità degli atti umani considerando soltanto l'intenzione che li ispira, o le circostanze (ambiente, pressione sociale, costrizione o necessità di agire, ecc) che ne costituiscono la cornice. Ci sono atti che per se stessi e in se stessi, indipendentemente dalle circostanze e dalle intenzioni, sono sempre gravemente illeciti a motivo del loro oggetto; tali la bestemmia e lo spergiuro, l'omicidio e l'adulterio. Non è lecito compiere il male perché ne derivi un bene.

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