1Pt 3, 20-22 La magnanimità di Dio pazientava

(1Pt 3, 20-22) La magnanimità di Dio pazientava
[20] Essi avevano un tempo rifiutato di credere quando la magnanimità di Dio pazientava nei giorni di Noè, mentre si fabbricava l'arca, nella quale poche persone, otto in tutto, furono salvate per mezzo dell'acqua. [21] Figura, questa, del battesimo, che ora salva voi; esso non è rimozione di sporcizia del corpo, ma invocazione di salvezza rivolta a Dio da parte di una buona coscienza, in virtù della risurrezione di Gesù Cristo, [22] il quale è alla destra di Dio, dopo essere salito al cielo e aver ottenuto la sovranità sugli angeli, i Principati e le Potenze.
(CCC 1219) La Chiesa ha visto nell'Arca di Noè una prefigurazione della salvezza per mezzo del Battesimo. Infatti, per mezzo di essa, “poche persone, otto in tutto, furono salvate per mezzo dell'acqua” (1Pt 3,20): “Nel diluvio hai prefigurato il Battesimo, perché, oggi come allora, l'acqua segnasse la fine del peccato e l'inizio della vita nuova” [Veglia pasquale: Benedizione dell'acqua: Messale Romano]. (CCC 845) Proprio per riunire di nuovo tutti i suoi figli, dispersi e sviati dal peccato, il Padre ha voluto convocare l'intera umanità nella Chiesa del Figlio suo. La Chiesa è il luogo in cui l'umanità deve ritrovare l'unità e la salvezza. È il “mondo riconciliato” [Sant'Agostino, Sermo 96, 7, 9: PL 38, 588]. È la nave che, “pleno dominicae crucis velo Sancti Spiritus flatu in hoc bene navigat mundo - spiegate le vele della croce del Signore al soffio dello Spirito Santo, naviga sicura in questo mondo” [Sant'Ambrogio, De virginitate, 18, 119: PL 16, 297]; secondo un'altra immagine, cara ai Padri della Chiesa, è l'Arca di Noè che, sola, salva dal diluvio [già 1Pt 3,20-21].

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