1Pt 4, 7a La fine di tutte le cose è vicina

(1Pt 4, 7a) La fine di tutte le cose è vicina
[7a] La fine di tutte le cose è vicina.
(CCC 673) Dopo l'ascensione, la venuta di Cristo nella gloria è imminente [Ap 22,20], anche se non spetta a noi “conoscere i tempi e i momenti che il Padre ha riservato alla sua scelta” (At 1,7) [Mc 13,32]. Questa venuta escatologica può compiersi in qualsiasi momento [Mt 24,44; 1Ts 5,2] anche se essa e la prova finale che la precederà sono “impedite” [2Ts 2,3-12]. (CCC 1686) Il Rito delle esequie della liturgia romana propone tre tipi di celebrazione delle esequie, corrispondenti ai tre luoghi del suo svolgimento (la casa, la chiesa, il cimitero), e secondo l'importanza che vi attribuiscono la famiglia, le consuetudini locali, la cultura e la pietà popolare. Questo svolgimento è del resto comune a tutte le tradizioni liturgiche e comprende quattro momenti principali: (CCC 1687) L'accoglienza della comunità. Un saluto di fede apre la celebrazione. I parenti del defunto sono accolti con una parola di “conforto” (nel senso del Nuovo Testamento: la forza dello Spirito Santo nella speranza, cf. 1Ts 4,18) La comunità che si raduna in preghiera attende anche “parole di vita eterna”. La morte di un membro della comunità (o il giorno anniversario, il settimo o il trigesimo) è un evento che deve far superare le prospettive di “questo mondo” e attirare i fedeli nelle autentiche prospettive della fede nel Cristo risorto. (CCC 1688) La liturgia della Parola, durante le esequie, esige una preparazione tanto più attenta in quanto l'assemblea presente in quel momento può comprendere fedeli poco assidui alla Liturgia e amici del defunto che non sono cristiani. L'omelia, in particolare, deve evitare “la forma e lo stile di un elogio funebre” [Rito delle esequie, Esequie degli adulti, 69] e illuminare il mistero della morte cristiana alla luce di Cristo risorto. (CCC 1689) Il sacrificio eucaristico. Quando la celebrazione ha luogo in chiesa, l'Eucaristia è il cuore della realtà pasquale della morte cristiana [Rito delle esequie, Premesse 1]. E' allora che la Chiesa esprime la sua comunione efficace con il defunto: offrendo al Padre, nello Spirito Santo, il sacrificio della morte e della risurrezione di Cristo, gli chiede che il suo figlio sia purificato dai suoi peccati e dalle loro conseguenze e che sia ammesso alla pienezza pasquale della mensa del Regno [Rito delle esequie, Al sepolcro, 89]. E' attraverso l'Eucaristia così celebrata che la comunità dei fedeli, specialmente la famiglia del defunto, impara a vivere in comunione con colui che “si è addormentato nel Signore”, comunicando al corpo di Cristo di cui egli è membro vivente, e pregando poi per lui e con lui.

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