2Pt 2, 4-6 Gli angeli che avevano peccato

(2Pt 2, 4-6) Gli angeli che avevano peccato
[4] Dio infatti non risparmiò gli angeli che avevano peccato, ma li precipitò negli abissi tenebrosi dell'inferno, serbandoli per il giudizio; [5] non risparmiò il mondo antico, ma tuttavia con altri sette salvò Noè, banditore di giustizia, mentre faceva piombare il diluvio su un mondo di empi; [6] condannò alla distruzione le città di Sòdoma e Gomorra, riducendole in cenere, ponendo un esempio a quanti sarebbero vissuti empiamente.
(CCC 392) La Scrittura parla di un peccato di questi angeli [2Pt 2,4]. Tale “caduta” consiste nell'avere, questi spiriti creati, con libera scelta, radicalmente ed irrevocabilmente rifiutato Dio e il suo Regno. Troviamo un riflesso di questa ribellione nelle parole rivolte dal tentatore ai nostri progenitori: “Diventerete come Dio” (Gen 3,5). “Il diavolo è peccatore fin dal principio” 1Gv 3,8), “padre della menzogna” (Gv 8,44). (CCC 393) A far sì che il peccato degli angeli non possa essere perdonato è il carattere irrevocabile della loro scelta, e non un difetto dell'infinita misericordia divina. “Non c'è possibilità di pentimento per loro dopo la caduta come non c'è possibilità di pentimento per gli uomini dopo la morte” (San Giovanni Damasceno, Expositio fidei 18 [De fide orthodoxa, 2, 4]: PG 94, 877).

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