Gc 3, 9-12 Con essa benediciamo il Signore e Padre

(Gc 3, 9-12) Con essa benediciamo il Signore e Padre
[9] Con essa benediciamo il Signore e Padre e con essa malediciamo gli uomini fatti a somiglianza di Dio. [10] È dalla stessa bocca che esce benedizione e maledizione. Non dev'essere così, fratelli miei! [11] Forse la sorgente può far sgorgare dallo stesso getto acqua dolce e amara? [12] Può forse, miei fratelli, un fico produrre olive o una vite produrre fichi? Neppure una sorgente salata può produrre acqua dolce.
(CCC 2626) La benedizione esprime il moto di fondo della preghiera cristiana: essa è incontro di Dio e dell'uomo; in essa il dono di Dio e l'accoglienza dell'uomo si richiamano e si congiungono. La preghiera di benedizione è la risposta dell'uomo ai doni di Dio: poiché Dio benedice, il cuore dell'uomo può rispondere benedicendo colui che è la sorgente di ogni benedizione. (CCC 2627) Due forme fondamentali esprimono questo moto: talvolta la benedizione si eleva, portata, nello Spirito Santo, da Cristo verso il Padre (lo benediciamo per averci benedetti) [Ef 1,3-14; 2Cor 1,3-7; 1Pt 1,3-9]; talvolta implora la grazia dello Spirito Santo che, per mezzo di Cristo, discende dal Padre (lui che ci benedice) [2 Cor 13,13; Rm 15,5-6.13; Ef 6,23-24]. (CCC 2663) Nella tradizione vivente della preghiera, ogni Chiesa, in rapporto al contesto storico, sociale e culturale, propone ai propri fedeli il linguaggio della loro preghiera: parole, melodie, gesti, iconografia. Spetta al Magistero [Conc. Ecum. Vat. II, Dei Verbum, 10] discernere la fedeltà di tali cammini di preghiera alla tradizione della fede apostolica, ed è compito dei pastori e dei catechisti spiegarne il senso, che è sempre legato a Gesù Cristo.

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