Gc 4, 11b-12 Uno solo è legislatore e giudice

(Gc 4, 11b-12) Uno solo è legislatore e giudice
[11b] E se tu giudichi la legge non sei più uno che osserva la legge, ma uno che la giudica. [12] Ora, uno solo è legislatore e giudice, Colui che può salvare e rovinare; ma chi sei tu che ti fai giudice del tuo prossimo?
(CCC 1961) Dio, nostro Creatore e nostro Redentore, si è scelto Israele come suo popolo e gli ha rivelato la sua Legge, preparando in tal modo la venuta di Cristo. La Legge di Mosè esprime molte verità che sono naturalmente accessibili alla ragione. Queste si trovano affermate ed autenticate all'interno dell'Alleanza della salvezza. (CCC 1967) La Legge evangelica “dà compimento” [Mt 5,17-19] alla Legge antica, la purifica, la supera e la porta alla perfezione. Nelle beatitudini essa compie le promesse divine, elevandole ed ordinandole al “regno dei cieli”. Si rivolge a coloro che sono disposti ad accogliere con fede questa speranza nuova: i poveri, gli umili, gli afflitti, i puri di cuore, i perseguitati a causa di Cristo, tracciando in tal modo le sorprendenti vie del Regno. (CCC 1968) La Legge evangelica dà compimento ai comandamenti della Legge. Il discorso del Signore sulla montagna, lungi dall'abolire o dal togliere valore alle prescrizioni morali della Legge antica, ne svela le virtualità nascoste e ne fa scaturire nuove esigenze: ne mette in luce tutta la verità divina e umana. Esso non aggiunge nuovi precetti esteriori, ma arriva a riformare la radice delle azioni, il cuore, là dove l'uomo sceglie tra il puro e l'impuro [Mt 15,18-19], dove si sviluppano la fede, la speranza e la carità e, con queste, le altre virtù. Così il Vangelo porta la Legge alla sua pienezza mediante l'imitazione della perfezione del Padre celeste [Mt 5,48], il perdono dei nemici e la preghiera per i persecutori, sull'esempio della magnanimità divina [Mt 5,44].

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