Gc 4, 17 Chi sa fare il bene e non lo compie pecca

(Gc 4, 17) Chi sa fare il bene e non lo compie pecca
[17] Chi dunque sa fare il bene e non lo compie, commette peccato.
(CCC 1853) I peccati possono essere distinti secondo il loro oggetto, come si fa per ogni atto umano, oppure secondo le virtù alle quali si oppongono, per eccesso o per difetto, oppure secondo i comandamenti cui si oppongono. Si possono anche suddividere secondo che riguardino Dio, il prossimo o se stessi; si possono distinguere in peccati spirituali e carnali, o ancora in peccati di pensiero, di parola, di azione e di omissione. La radice del peccato è nel cuore dell'uomo, nella sua libera volontà, secondo quel che insegna il Signore: “Dal cuore […] provengono i propositi malvagi, gli omicidi, gli adultèri, le prostituzioni, i furti, le false testimonianze, le bestemmie. Queste sono le cose che rendono immondo l'uomo” (Mt 15,19-20). Il cuore è anche la sede della carità, principio delle opere buone e pure, che il peccato ferisce. (CCC 2067) I dieci comandamenti enunciano le esigenze dell'amore di Dio e del prossimo. I primi tre si riferiscono principalmente all'amore di Dio e gli altri sette all'amore del prossimo. “Come sono due i comandamenti dell'amore, nei quali si compendia tutta la Legge e i Profeti - lo diceva il Signore [...] - così gli stessi dieci comandamenti furono dati in due tavole. Si dice infatti che tre fossero scritti in una tavola e sette in un'altra” [Sant'Agostino, Sermo 33, 2, 2: PL 38, 208].

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