Ap 11, 14-15 Il regno del mondo appartiene al Signore

(Ap 11, 14-15) Il regno del mondo appartiene al Signore
[14] Così passò il secondo "guai"; ed ecco viene subito il terzo "guai". [15] Il settimo angelo suonò la tromba e nel cielo echeggiarono voci potenti che dicevano: "Il regno del mondo appartiene al Signore nostro e al suo Cristo: egli regnerà nei secoli dei secoli".
(CCC 671) Già presente nella sua Chiesa, il regno di Cristo non è tuttavia ancora compiuto “con potenza e gloria grande (Lc 21,27; cf Mt 25,31) mediante la venuta del Re sulla terra. Questo regno è ancora insidiato dalle potenze inique [2Ts 2,7], anche se esse sono già state vinte radicalmente dalla pasqua di Cristo. Fino al momento in cui tutto sarà a lui sottomesso [1Cor 15,28], “fino a che non vi saranno i nuovi cieli e la terra nuova, nei quali la giustizia ha la sua dimora, la Chiesa pellegrinante, nei suoi sacramenti e nelle sue istituzioni, che appartengono all'età presente, porta la figura fugace di questo mondo, e vive tra le creature, le quali sono in gemito e nel travaglio del parto sino ad ora e attendono la manifestazione dei figli di Dio” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 48]. Per questa ragione i cristiani pregano, soprattutto nell'Eucaristia [1Cor 11,26], per affrettare il ritorno di Cristo [2Pt 3,11-12] dicendogli: “Vieni, Signore” (Ap 22,20; cf 1Cor 16,22; Ap 22,17).

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