Ap 13, 7-13 Un'altra bestia esercita tutto il potere

(Ap 13, 7-13) Un'altra bestia esercita tutto il potere
[7] Le fu permesso di far guerra contro i santi e di vincerli; le fu dato potere sopra ogni stirpe, popolo, lingua e nazione. [8] L'adorarono tutti gli abitanti della terra, il cui nome non è scritto fin dalla fondazione del mondo nel libro della vita dell'Agnello immolato. [9] Chi ha orecchi, ascolti: [10] Colui che deve andare in prigionia, andrà in prigionia; colui che deve essere ucciso di spada di spada sia ucciso. In questo sta la costanza e la fede dei santi. [11] Vidi poi salire dalla terra un'altra bestia, che aveva due corna, simili a quelle di un agnello, che però parlava come un drago. [12] Essa esercita tutto il potere della prima bestia in sua presenza e costringe la terra e i suoi abitanti ad adorare la prima bestia, la cui ferita mortale era guarita. [13] Operava grandi prodigi, fino a fare scendere fuoco dal cielo sulla terra davanti agli uomini.
(CCC 676) Questa impostura anti-cristica si delinea già nel mondo ogniqualvolta si pretende di realizzare nella storia la speranza messianica che non può esser portata a compimento che al di là di essa, attraverso il giudizio escatologico; anche sotto la sua forma mitigata, la Chiesa ha rigettato questa falsificazione del regno futuro sotto il nome di “millenarismo, [Sant’Offizio, Decretum de millenarismo (19 luglio 1944): DS 3839], soprattutto sotto la forma politica di un messianismo secolarizzatointrinsecamente perverso” [Pio XI, Lett. enc. Divini Redemptoris (19 marzo 1937), che condanna il “falso misticismo” di questa “contraffazione della redenzione degli umili”; Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 20-21]. ]. (CCC 1883) La socializzazione presenta anche dei pericoli. Un intervento troppo spinto dello Stato può minacciare la libertà e l'iniziativa personali. La dottrina della Chiesa ha elaborato il principio detto di sussidiarietà. Secondo tale principio, “una società di ordine superiore non deve interferire nella vita interna di una società di ordine inferiore, privandola delle sue competenze, ma deve piuttosto sostenerla in caso di necessità e aiutarla a coordinare la sua azione con quella delle altre componenti sociali, in vista del bene comune” [Giovanni Paolo II, Lett. enc. Centesimus annus, 48; cf Pio XI, Lett. enc. Quadragesimo anno].

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