Ap 16, 1-6 Sei giusto tu che sei e che eri il Santo

Capitolo 16
(Ap 16, 1-6) Sei giusto tu che sei e che eri il Santo

[1] Udii poi una gran voce dal tempio che diceva ai sette angeli: "Andate e versate sulla terra le sette coppe dell'ira di Dio". [2] Partì il primo e versò la sua coppa sopra la terra; e scoppiò una piaga dolorosa e maligna sugli uomini che recavano il marchio della bestia e si prostravano davanti alla sua statua. [3] Il secondo versò la sua coppa nel mare che diventò sangue come quello di un morto e perì ogni essere vivente che si trovava nel mare. [4] Il terzo versò la sua coppa nei fiumi e nelle sorgenti delle acque, e diventarono sangue. [5] Allora udii l'angelo delle acque che diceva: "Sei giusto, tu che sei e che eri, tu, il Santo, poiché così hai giudicato. [6] Essi hanno versato il sangue di santi e di profeti, tu hai dato loro sangue da bere: ne sono ben degni!".
(CCC 271) L'onnipotenza divina non è affatto arbitraria: “In Dio la potenza e l'essenza, la volontà e l'intelligenza, la sapienza e la giustizia sono una sola ed identica cosa, di modo che nulla può esserci nella potenza divina che non possa essere nella giusta volontà di Dio o nella sua sapiente intelligenza” [San Tommaso d'Aquino, Summa theologiae, I, 25, 5, ad 1]. (CCC 2577) In questa intimità con il Dio fedele, lento all'ira e ricco di grazia [Es 34,6], Mosè ha attinto la forza e la tenacia della sua intercessione. Non prega per sé, ma per il popolo che Dio si è acquistato. Già durante il combattimento contro gli Amaleciti [Es 17,8-13] o per ottenere la guarigione di Maria [Nm 12,13-14], Mosè intercede. Ma è soprattutto dopo l'apostasia del popolo che egli sta “sulla breccia” di fronte a Dio (Sal 106,23) per salvare il popolo [Es 32,1-34,9]. Gli argomenti della sua preghiera (l'intercessione è anch'essa un misterioso combattimento) ispireranno l'audacia dei grandi oranti del popolo ebreo, come anche della Chiesa: Dio è amore; dunque, è giusto e fedele; non può contraddirsi, deve ricordarsi delle sue meravigliose gesta; è in gioco la sua gloria, non può abbandonare questo popolo che porta il suo Nome.

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