Ap 16, 15-21 Io vengo come un ladro. Beato chi vigila

(Ap 16, 15-21) Io vengo come un ladro. Beato chi vigila
[15] Ecco, io vengo come un ladro. Beato chi è vigilante e conserva le sue vesti per non andar nudo e lasciar vedere le sue vergogne. [16] E radunarono i re nel luogo che in ebraico si chiama Armaghedòn. [17] Il settimo versò la sua coppa nell'aria e uscì dal tempio, dalla parte del trono, una voce potente che diceva: "È fatto!". [18] Ne seguirono folgori, clamori e tuoni, accompagnati da un grande terremoto, di cui non vi era mai stato l'uguale da quando gli uomini vivono sopra la terra. [19] La grande città si squarciò in tre parti e crollarono le città delle nazioni. Dio si ricordò di Babilonia la grande, per darle da bere la coppa di vino della sua ira ardente. [20] Ogni isola scomparve e i monti si dileguarono. [21] E grandine enorme del peso di mezzo quintale scrosciò dal cielo sopra gli uomini, e gli uomini bestemmiarono Dio a causa del flagello della grandine, poiché era davvero un grande flagello.
(CCC 2612) In Gesù “il regno di Dio è molto vicino”; esso chiama alla conversione e alla fede, ma anche alla vigilanza. Nella preghiera, il discepolo veglia attento a colui che è e che viene, nella memoria della sua prima venuta nell'umiltà della carne e nella speranza del suo secondo avvento nella gloria [Mc 13; Lc 21,34-36]. La preghiera dei discepoli, in comunione con il loro Maestro, è un combattimento, ed è vegliando nella preghiera che non si entra in tentazione [Lc 22,40.46]. (CCC 1243) La veste bianca significa che il battezzato si è rivestito di Cristo (Gal 3,27), che egli è risorto con Cristo. La candela, accesa al cero pasquale, significa che Cristo ha illuminato il neofita. In Cristo i battezzati sono “la luce del mondo” (Mt 5,14) [Fil 2,15]. Il nuovo battezzato è ora figlio di Dio nel Figlio unigenito. Può dire la preghiera dei figli di Dio: il Padre nostro. (CCC 2849) Il combattimento e la vittoria sono possibili solo nella preghiera. E' per mezzo della sua preghiera che Gesù è vittorioso sul tentatore, fin dall'inizio [Mt 4,1-11] e nell'ultimo combattimento della sua agonia [Mt 26,36-44]. Ed è al suo combattimento e alla sua agonia che Cristo ci unisce in questa domanda al Padre nostro. La vigilanza del cuore, in unione alla sua, è richiamata insistentemente [Mc 13,9.23.33-37; 14,38; Lc 12,35-40]. La vigilanza è “custodia del cuore” e Gesù chiede al Padre di custodirci nel suo nome [Gv 17,11]. Lo Spirito Santo opera per suscitare in noi, senza posa, questa vigilanza [1Cor 16,13; Col 4,2; 1Ts 5,6; 1Pt 5,8]. Questa domanda acquista tutto il suo significato drammatico in rapporto alla tentazione finale del nostro combattimento quaggiù; implora la perseveranza finale. “Ecco, io vengo come un ladro. Beato chi è vigilante” (Ap 16,15).

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