Ap 16, 7-14 Dio onnipotente, veri e giusti i tuoi giudizi

(Ap 16, 7-14) Dio onnipotente, veri e giusti i tuoi giudizi
[7] Udii una voce che veniva dall'altare e diceva: "Sì, Signore, Dio onnipotente; veri e giusti sono i tuoi giudizi!". [8] Il quarto versò la sua coppa sul sole e gli fu concesso di bruciare gli uomini con il fuoco. [9] E gli uomini bruciarono per il terribile calore e bestemmiarono il nome di Dio che ha in suo potere tali flagelli, invece di ravvedersi per rendergli omaggio. [10] Il quinto versò la sua coppa sul trono della bestia e il suo regno fu avvolto dalle tenebre. Gli uomini si mordevano la lingua per il dolore e [11] bestemmiarono il Dio del cielo a causa dei dolori e delle piaghe, invece di pentirsi delle loro azioni. [12] Il sesto versò la sua coppa sopra il gran fiume Eufràte e le sue acque furono prosciugate per preparare il passaggio ai re dell'oriente. [13] Poi dalla bocca del drago e dalla bocca della bestia e dalla bocca del falso profeta vidi uscire tre spiriti immondi, simili a rane: [14] sono infatti spiriti di demòni che operano prodigi e vanno a radunare tutti i re di tutta la terra per la guerra del gran giorno di Dio onnipotente.
(CCC 678) In linea con i profeti [Dn 7,10; Gl 3-4; Ml 3,19] e con Giovanni Battista [Mt 3,7-12] Gesù ha annunziato nella sua predicazione il giudizio dell'ultimo giorno. Allora saranno messi in luce la condotta di ciascuno [Mc 12,38-40] e il segreto dei cuori [Lc 12,1-3; Gv 3,20-21; Rm 2,16; 1Cor 4,5]. Allora verrà condannata l'incredulità colpevole che non ha tenuto in alcun conto la grazia offerta da Dio [Mt 11,20-24; 12,41-42]. L'atteggiamento verso il prossimo rivelerà l'accoglienza o il rifiuto della grazia e dell'amore divino [Mt 5,22; 7,1-5]. Gesù dirà nell'ultimo giorno: “Ogni volta che avete fatto queste cose ad uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me” (Mt 25,40). (CCC 679) Cristo è Signore della vita eterna. Il pieno diritto di giudicare definitivamente le opere e i cuori degli uomini appartiene a lui in quanto Redentore del mondo. Egli ha “acquisito” questo diritto con la sua croce. Anche il Padre “ha rimesso ogni giudizio al Figlio” (Gv 5,22) [Gv 5,27; Mt 25,31; At 10,42; 17,31; 2Tm 4,1]. Ora, il Figlio non è venuto per giudicare, ma per salvare [Gv 3,17] e per donare la vita che è in lui [Gv 5,26]. È per il rifiuto della grazia nella vita presente che ognuno si giudica già da se stesso [Gv 3,18; 12,48], riceve secondo le sue opere [1Cor 3,12-15] e può anche condannarsi per l'eternità rifiutando lo Spirito d'amore [Mt 12,32; Eb 6,4-6; 10,26-31].

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