Ap 20, 9-15 Fu aperto anche il libro della vita

(Ap 20, 9-15) Fu aperto anche il libro della vita
[9] Marciarono su tutta la superficie della terra e cinsero d'assedio l'accampamento dei santi e la città diletta. Ma un fuoco scese dal cielo e li divorò. [10] E il diavolo, che li aveva sedotti, fu gettato nello stagno di fuoco e zolfo, dove sono anche la bestia e il falso profeta: saranno tormentati giorno e notte per i secoli dei secoli. [11] Vidi poi un grande trono bianco e Colui che sedeva su di esso. Dalla sua presenza erano scomparsi la terra e il cielo senza lasciar traccia di sé. [12] Poi vidi i morti, grandi e piccoli, ritti davanti al trono. Furono aperti dei libri. Fu aperto anche un altro libro, quello della vita. I morti vennero giudicati in base a ciò che era scritto in quei libri, ciascuno secondo le sue opere. [13] Il mare restituì i morti che esso custodiva e la morte e gli inferi resero i morti da loro custoditi e ciascuno venne giudicato secondo le sue opere. [14] Poi la morte e gli inferi furono gettati nello stagno di fuoco. Questa è la seconda morte, lo stagno di fuoco. [15] E chi non era scritto nel libro della vita fu gettato nello stagno di fuoco.
(CCC 677) La Chiesa non entrerà nella gloria del Regno che attraverso quest'ultima pasqua, nella quale seguirà il suo Signore nella sua morte e risurrezione [Ap 19,1-9]. Il Regno non si compirà dunque attraverso un trionfo storico della Chiesa [Ap 13,8] secondo un progresso ascendente, ma attraverso una vittoria di Dio sullo scatenarsi ultimo del male [Ap 20,7-10] che farà discendere dal cielo la sua Sposa [Ap 21,2-4]. Il trionfo di Dio sulla rivolta del male prenderà la forma dell'ultimo giudizio [Ap 20,12] dopo l'ultimo sommovimento cosmico di questo mondo che passa [2Pt 3,12-13]. (CCC 2002) La libera iniziativa di Dio richiede la libera risposta dell'uomo; infatti Dio ha creato l'uomo a propria immagine, dandogli, con la libertà, il potere di conoscerlo e di amarlo. L'anima può entrare solo liberamente nella comunione dell'amore. Dio tocca immediatamente e muove direttamente il cuore dell'uomo. Egli ha posto nell'uomo un'aspirazione alla verità e al bene che soltanto lui può soddisfare. Le promesse della “vita eterna” rispondono, al di là di ogni speranza, a tale aspirazione: “Il riposo che prendesti al settimo giorno, dopo aver compiuto le tue opere molto buone, sebbene le avessi fatte senza fatica, è una predizione che ci fa l'oracolo del tuo Libro: noi pure, compiute le nostre opere buone assai, certamente per tuo dono, nel sabato della vita eterna riposeremo in te [Sant'Agostino, Confessiones, 13, 36, 51: PL 32, 868].

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