Ap 21, 23-27 La gloria di Dio la illumina

(Ap 21, 23-27) La gloria di Dio la illumina
[23] La città non ha bisogno della luce del sole, né della luce della luna perché la gloria di Dio la illumina e la sua lampada è l'Agnello. [24] Le nazioni cammineranno alla sua luce e i re della terra a lei porteranno la loro magnificenza. [25] Le sue porte non si chiuderanno mai durante il giorno, poiché non vi sarà più notte. [26] E porteranno a lei la gloria e l'onore delle nazioni. [27] Non entrerà in essa nulla d'impuro, né chi commette abominio o falsità, ma solo quelli che sono scritti nel libro della vita dell'Agnello.
(CCC 1046) Quanto al cosmo, la Rivelazione afferma la profonda comunione di destino fra il mondo materiale e l'uomo: “La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio […] e nutre la speranza di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione […]. Sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto; essa non è la sola, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l'adozione a figli, la redenzione del nostro corpo” (Rm 8,19-23). (CCC 1047) Anche l'universo visibile, dunque, è destinato ad essere trasformato, “affinché il mondo stesso, restaurato nel suo stato primitivo, sia, senza più alcun ostacolo, al servizio dei giusti” [Sant'Ireneo di Lione, Adversus haereses, 5, 32, 1: PG 7, 1210], partecipando alla loro glorificazione in Gesù Cristo risorto.

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