Ap 22, 18-20 Vieni, Signore Gesù. "Sì, verrò presto!"

(Ap 22, 18-20) Vieni, Signore Gesù. "Sì, verrò presto!"
[18] Dichiaro a chiunque ascolta le parole profetiche di questo libro: a chi vi aggiungerà qualche cosa, Dio gli farà cadere addosso i flagelli descritti in questo libro; [19] e chi toglierà qualche parola di questo libro profetico, Dio lo priverà dell'albero della vita e della città santa, descritti in questo libro. [20] Colui che attesta queste cose dice: "Sì, verrò presto!". Amen. Vieni, Signore Gesù.
(CCC 1130) La Chiesa celebra il mistero del suo Signore “finché egli venga (1Cor 11,26) e “Dio sia tutto in tutti” (1Cor 15,28). Dall'età apostolica la liturgia è attirata verso il suo fine dal gemito dello Spirito nella Chiesa: “Marana tha!” (1Cor 16,22). La liturgia condivide così il desiderio di Gesù: “Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi, […] finché essa non si compia nel regno di Dio” (Lc 22,15-16). Nei sacramenti di Cristo la Chiesa già riceve la caparra della sua eredità, già partecipa alla vita eterna, pur “nell'attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e Salvatore Gesù Cristo” (Tt 2,13). “Lo Spirito e la Sposa dicono: Vieni! [...]. Vieni, Signore Gesù!” (Ap 22,17.20). San Tommaso riassume così le diverse dimensioni del segno sacramentale: “Il sacramento è segno commemorativo del passato, ossia della passione del Signore; è segno dimostrativo del frutto prodotto in noi dalla sua passione, cioè della grazia; è segno profetico, che preannunzia la gloria futura” [San Tommaso d'Aquino, Summa theologiae, III, 60, 3]. (CCC 451) La preghiera cristiana è contrassegnata dal titoloSignore”, sia che si tratti dell'invito alla preghiera: “Il Signore sia con voi”, sia della conclusione della preghiera: “Per il nostro Signore Gesù Cristo”, o anche del grido pieno di fiducia e di speranza: “Maran atha” (“Il Signore viene!”), oppure “Marana tha” (“Vieni, Signore!”) (1Cor 16,22), “Amen, vieni, Signore Gesù!” (Ap 22,20). (CCC 1403) Nell'ultima Cena il Signore stesso ha fatto volgere lo sguardo dei suoi discepoli verso il compimento della pasqua nel regno di Dio: “Io vi dico che da ora non berrò più di questo frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi nel regno del Padre mio” (Mt 26,29) [Lc 22,18; Mc 14,25]. Ogni volta che la Chiesa celebra l'Eucaristia, ricorda questa promessa e il suo sguardo si volge verso “Colui che viene” (Ap 1,4). Nella preghiera, essa invoca la sua venuta: “Marana tha” (1Cor 16,22), “Vieni, Signore Gesù” (Ap 22,20), “Venga la tua grazia e passi questo mondo!” [Didaché, 10, 6].

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