Ap 9, 20-21 Il resto dell'umanità non cessò omicidi…

(Ap 9, 20-21) Il resto dell'umanità non cessò omicidi…
[20] Il resto dell'umanità che non perì a causa di questi flagelli, non rinunziò alle opere delle sue mani; non cessò di prestar culto ai demòni e agli idoli d'oro, d'argento, di bronzo, di pietra e di legno, che non possono né vedere, né udire, né camminare; [21] non rinunziò nemmeno agli omicidi, né alle stregonerie, né alla fornicazione, né alle ruberie.
(CCC 408) Le conseguenze del peccato originale e di tutti i peccati personali degli uomini conferiscono al mondo nel suo insieme una condizione peccaminosa, che può essere definita con l'espressione di san Giovanni:il peccato del mondo” (Gv 1,29). Con questa espressione viene anche significata l'influenza negativa esercitata sulle persone dalle situazioni comunitarie e dalle strutture sociali che sono frutto dei peccati degli uomini [Giovanni Paolo II, Esort. ap. Reconciliatio et paenitentia, 16]. (CCC 1852) La varietà dei peccati è grande. La Scrittura ne dà parecchi elenchi. La lettera ai Galati contrappone le opere della carne al frutto dello Spirito: “Le opere della carne sono ben note: fornicazione, impurità, libertinaggio, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere; circa queste cose vi preavviso, come già ho detto, che chi le compie non erediterà il regno di Dio” (Gal 5,19-21; cf Rm 1,28-32; 1Cor 6,9-10; Ef 5,3-5; Col 3,5-9; 1Tm 1,9-10; 2Tm 3,2-5).

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