Es 13, 21-22 Una colonna di nube per far loro luce

(Es 13, 21-22) Una colonna di nube per far loro luce
[21] Il Signore marciava alla loro testa di giorno con una colonna di nube, per guidarli sulla via da percorrere, e di notte con una colonna di fuoco per far loro luce, così che potessero viaggiare giorno e notte. [22] Di giorno la colonna di nube non si ritirava mai dalla vista del popolo, né la colonna di fuoco durante la notte.
(CCC 697) La nube e la luce. Questi due simboli sono inseparabili nelle manifestazioni dello Spirito Santo. Fin dalle teofanie dell'Antico Testamento, la nube, ora oscura, ora luminosa, rivela il Dio vivente e salvatore, velando la trascendenza della sua gloria: con Mosè sul monte Sinai [Es 24,15-18], presso la tenda del convegno [Es 33,9-10] e durante il cammino nel deserto [Es 40,36-38; 1Cor 10,1-2]; con Salomone al momento della dedicazione del Tempio [1Re 8,10-12]. Ora, queste figure sono portate a compimento da Cristo nello Spirito Santo. È questi che scende sulla Vergine Maria e su di lei stende la “sua ombra”, affinché ella concepisca e dia alla luce Gesù [Lc 1,35]. Sulla montagna della trasfigurazione è lui che viene nella nube che avvolge Gesù, Mosè e Elia, Pietro, Giacomo e Giovanni, e “dalla nube” esce una voce che dice: “Questi è il mio Figlio, l'eletto; ascoltatelo” (Lc 9,34-35). Infine, è la stessa nube che sottrae Gesù allo sguardo dei discepoli il giorno dell'Ascensione [At 1,9] e che lo rivelerà Figlio dell'uomo nella sua gloria il giorno della sua venuta [Lc 21,27].

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