Es 20, 17 Non desiderare la moglie del tuo prossimo

(Es 20, 17) Non desiderare la moglie del tuo prossimo
[17] Non desiderare la casa del tuo prossimo. Non desiderare la moglie del tuo prossimo, né il suo schiavo, né la sua schiava, né il suo bue, né il suo asino, né alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo".
(CCC 2514) San Giovanni distingue tre tipi di smodato desiderio o concupiscenza: la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita [1Gv 2,16]. Secondo la tradizione catechistica cattolica, il nono comandamento proibisce la concupiscenza carnale; il decimo la concupiscenza dei beni altrui. (CCC 2515) La “concupiscenza”, nel senso etimologico, può designare ogni forma veemente di desiderio umano. La teologia cristiana ha dato a questa parola il significato specifico di moto dell'appetito sensibile che si oppone ai dettami della ragione umana. L'Apostolo san Paolo la identifica con l'opposizione della “carne” allo “spirito” [Gal 5,16.17.24; Ef 2,3]. E' conseguenza della disobbedienza del primo peccato [Gen 3,11]. Ingenera disordine nelle facoltà morali dell'uomo e, senza essere in se stessa un peccato, inclina l'uomo a commettere il peccato [Concilio di Trento: DS 1515]. (CCC 2528) “Chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore” (Mt 5,28). (CCC 2529) Il nono comandamento mette in guardia dal desiderio smodato o concupiscenza carnale. (CCC 2530) La lotta contro la concupiscenza carnale passa attraverso la purificazione del cuore e la pratica della temperanza.

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