Es 20, 5-7 Non pronuncerai invano il nome del Signore

(Es 20, 5-7) Non pronuncerai invano il nome del Signore
[5] Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, sono il tuo Dio, un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano, [6] ma che dimostra il suo favore fino a mille generazioni, per quelli che mi amano e osservano i miei comandi. [7] Non pronuncerai invano il nome del Signore, tuo Dio, perché il Signore non lascerà impunito chi pronuncia il suo nome invano.
(CCC 2083) Gesù ha riassunto i doveri dell'uomo verso Dio in questa parola: “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua mente” (Mt 22,37) [Lc 10,27: “... con tutta la tua forza”]. Essa fa immediatamente eco alla solenne esortazione: “Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo” (Dt 6,4). Dio ha amato per primo. L'amore del Dio Unico è ricordato nella prima delle “dieci parole”. I comandamenti poi esplicitano la risposta d'amore che l'uomo è chiamato a dare al suo Dio. (CCC 2141) Il culto delle sacre immagini è fondato sul mistero dell'incarnazione del Verbo di Dio. Esso non è in opposizione al primo comandamento. (CCC 2056) La parola “Decalogo” significa alla lettera “dieci parole” (Es 34,28; Dt 4,13; 10,4). Queste “dieci parole” Dio le ha rivelate al suo popolo sulla santa montagna. Le ha scritte con il suo “dito” [Es 31,18; Dt 5,22], a differenza degli altri precetti scritti da Mosè [Dt 31,9.24]. Esse sono parole di Dio per eccellenza. Ci sono trasmesse nel libro dell'Esodo [Es 20,1-17] e in quello del Deuteronomio [Dt 5,6-22]. Fin dall'Antico Testamento i Libri Sacri fanno riferimento alle “dieci parole” [Os 4,2; Ger 7,9; Ez 18,5-9]. Ma è nella Nuova Alleanza in Gesù Cristo che sarà rivelato il loro pieno senso.

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