Es 23, 7 Non far morire l'innocente e il giusto

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(Es 23, 7) Non far morire l'innocente e il giusto

[7] Non far morire l'innocente e il giusto, perché io non assolvo il colpevole.
(CCC 2261) La Scrittura precisa la proibizione del quinto comandamento: “Non far morire l'innocente e il giusto” (Es 23,7). L'uccisione volontaria di un innocente è gravemente contraria alla dignità dell'essere umano, alla “regola d'oro” e alla santità del Creatore. La legge che vieta questo omicidio ha una validità universale: obbliga tutti e ciascuno, sempre e dappertutto. (CCC 2262) Nel discorso della montagna il Signore richiama il precetto: “Non uccidere” (Mt 5,21); vi aggiunge la proibizione dell'ira, dell'odio, della vendetta. Ancora di più: Cristo chiede al suo discepolo di porgere l'altra guancia [Mt 5,22-39], di amare i propri nemici [Mt 5,44]. Egli stesso non si è difeso e ha ingiunto a Pietro di rimettere la spada nel fodero [Mt 26,52].

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