Es 25, 16-22 Collocherai nell'arca la Testimonianza

(Es 25, 16-22) Collocherai nell'arca la Testimonianza
[16] Nell'arca collocherai la Testimonianza che io ti darò. [17] Farai il coperchio, o propiziatorio, d'oro puro; avrà due cubiti e mezzo di lunghezza e un cubito e mezzo di larghezza. [18] Farai due cherubini d'oro: li farai lavorati a martello sulle due estremità del coperchio. [19] Fà un cherubino ad una estremità e un cherubino all'altra estremità. Farete i cherubini tutti di un pezzo con il coperchio alle sue due estremità. [20] I cherubini avranno le due ali stese di sopra, proteggendo con le ali il coperchio; saranno rivolti l'uno verso l'altro e le facce dei cherubini saranno rivolte verso il coperchio. [21] Porrai il coperchio sulla parte superiore dell'arca e collocherai nell'arca la Testimonianza che io ti darò. [22] Io ti darò convegno appunto in quel luogo: parlerò con te da sopra il propiziatorio, in mezzo ai due cherubini che saranno sull'arca della Testimonianza, ti darò i miei ordini riguardo agli Israeliti.
(CCC 2058) Le “dieci parole” riassumono e proclamano la Legge di Dio: “Queste parole pronunciò il Signore, parlando a tutta la vostra assemblea, sul monte, dal fuoco, dalla nube e dall'oscurità, con voce poderosa, e non aggiunse altro. Le scrisse su due tavole di pietra e me le diede” (Dt 5,22). Perciò queste due tavole sono chiamate “la Testimonianza” (Es 25,16). Esse contengono infatti le clausole dell'Alleanza conclusa tra Dio e il suo popolo. Queste “tavole della Testimonianza” (Es 31,18; 32,15; 34,29) devono essere collocate nell'“arca” (Es 25,16; Es 40,1-3). (CCC 433) Il nome del Dio Salvatore era invocato una sola volta all'anno, per l'espiazione dei peccati d'Israele, dal sommo sacerdote, dopo che questi aveva asperso col sangue del sacrificio il propiziatorio del Santo dei Santi [Lv 16,15-16; Sir 50,20; Eb 9,7]. Il propiziatorio era il luogo della presenza di Dio [Es 25,22; Lv 16,2; Nm 7,89; Eb 9,5]. Quando san Paolo dice di Gesù: “Dio l'ha stabilito a servire come strumento di espiazione... nel suo sangue” (Rm 3,25), intende affermare che nella sua umanità “era Dio a riconciliare a sé il mondo in Cristo” (2Cor 5,19).

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