Es 3, 11-15 "Io sono colui che sono!"

(Es 3, 11-15) "Io sono colui che sono!"
[11] Mosè disse a Dio: "Chi sono io per andare dal faraone e per far uscire dall'Egitto gli Israeliti?". [12] Rispose: "Io sarò con te. Eccoti il segno che io ti ho mandato: quando tu avrai fatto uscire il popolo dall'Egitto, servirete Dio su questo monte". [13] Mosè disse a Dio: "Ecco io arrivo dagli Israeliti e dico loro: Il Dio dei vostri padri mi ha mandato a voi. Ma mi diranno: Come si chiama? E io che cosa risponderò loro?". [14] Dio disse a Mosè: "Io sono colui che sono!". Poi disse: "Dirai agli Israeliti: Io-Sono mi ha mandato a voi". [15] Dio aggiunse a Mosè: "Dirai agli Israeliti: Il Signore, il Dio dei vostri padri, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe mi ha mandato a voi. Questo è il mio nome per sempre; questo è il titolo con cui sarò ricordato di generazione in generazione.
(CCC 206) Rivelando il suo Nome misterioso di YHWH, “Io sono colui che è” oppure “Io sono colui che sono” o anche “Io sono chi Io sono”, Dio dice chi egli è e con quale nome lo si deve chiamare. Questo nome divino è misterioso come Dio è mistero. È ad un tempo un nome rivelato e quasi il rifiuto di un nome; proprio per questo esprime, come meglio non si potrebbe, la realtà di Dio, infinitamente al di sopra di tutto ciò che possiamo comprendere o dire: egli è il “Dio nascosto” (Is 45,15), il suo nome è ineffabile [Gdc 13,18], ed è il Dio che si fa vicino agli uomini. (CCC 446) Nella traduzione greca dei libri dell'Antico Testamento, il nome ineffabile sotto il quale Dio si è rivelato a Mosè [Es 3,14], YHWH, è reso con Kyrios (“Signore”). Da allora Signore diventa il nome più abituale per indicare la stessa divinità del Dio di Israele. Il Nuovo Testamento utilizza in questo senso forte il titolo di “Signore” per il Padre, ma, ed è questa la novità, anche per Gesù riconosciuto così egli stesso come Dio [1Cor 2,8]. (CCC 2810) Nella promessa fatta ad Abramo e nel giuramento che l'accompagna [Eb 6,13], Dio si impegna personalmente ma senza svelare il proprio nome. Incomincia a rivelarlo a Mosè [Es 3,14] e lo manifesta agli occhi di tutto il popolo salvandolo dagli Egiziani: “Ha mirabilmente trionfato” (Es 15,1). Dopo l'Alleanza del Sinai, questo popolo è “suo” e deve essere una “nazione santa” (o consacrata, poiché in ebraico è la stessa parola) [Es 19,5-6], perché il nome di Dio abita in mezzo ad essa.

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