Es 3, 5-6 Non avvicinarti! Togliti i sandali dai piedi

(Es 3, 5-6) Non avvicinarti! Togliti i sandali dai piedi
[5] Riprese: "Non avvicinarti! Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai è una terra santa!". [6] E disse: "Io sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe". Mosè allora si velò il viso, perché aveva paura di guardare verso Dio.
(CCC 205) Dio chiama Mosè dal mezzo di un roveto che brucia senza consumarsi, e gli dice: “Io sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe” (Es 3,6). Dio è il Dio dei padri, colui che aveva chiamato e guidato i patriarchi nelle loro peregrinazioni. È il Dio fedele e compassionevole che si ricorda di loro e delle sue promesse; egli viene per liberare i loro discendenti dalla schiavitù. Egli è il Dio che, al di là dello spazio e del tempo, può questo e lo vuole e che, per questo disegno, metterà in atto la sua onnipotenza. (CCC 2777) Nella liturgia romana l'assemblea eucaristica è invitata a pregare il “Padre nostro” con filiale audacia; le liturgie orientali utilizzano e sviluppano espressioni analoghe: “Osare con tutta sicurezza”, “Rendici degni di”. Davanti al roveto ardente fu detto a Mosè: “Non avvicinarti! Togliti i sandali dai piedi” (Es 3,5). Solo Gesù poteva superare la soglia della santità divina: è lui che avendo “compiuto la purificazione dei peccati” (Eb 1,3), ci introduce davanti al volto del Padre: “Eccoci, io e i figli che Dio mi ha dato” (Eb 2,13): “La consapevolezza che abbiamo della nostra condizione di schiavi ci farebbe sprofondare sotto terra, il nostro essere di terra si scioglierebbe in polvere se l'autorità dello stesso nostro Padre e lo Spirito del Figlio suo non ci spingessero a proferire questo grido: “Abbà, Padre!” (Rm 8,15). [...] Quando la debolezza di un mortale oserebbe chiamare Dio suo Padre, se non soltanto allorché l'intimo dell'uomo è animato dalla potenza dall'alto?” [San Pietro Crisologo, Sermo 71, 3: PL 52, 401].

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