Es 32, 11-13 Ricòrdati di Abramo, di Isacco, di Israele

(Es 32, 11-13) Ricòrdati di Abramo, di Isacco, di Israele
[11] Mosè allora supplicò il Signore, suo Dio, e disse: "Perché, Signore, divamperà la tua ira contro il tuo popolo, che tu hai fatto uscire dal paese d'Egitto con grande forza e con mano potente? [12] Perché dovranno dire gli Egiziani: Con malizia li ha fatti uscire, per farli perire tra le montagne e farli sparire dalla terra? Desisti dall'ardore della tua ira e abbandona il proposito di fare del male al tuo popolo. [13] Ricòrdati di Abramo, di Isacco, di Israele, tuoi servi, ai quali hai giurato per te stesso e hai detto: Renderò la vostra posterità numerosa come le stelle del cielo e tutto questo paese, di cui ho parlato, lo darò ai tuoi discendenti, che lo possederanno per sempre".
(CCC 210) Dopo il peccato di Israele, che si è allontanato da Dio per adorare il vitello d'oro, [Es 32] Dio ascolta l'intercessione di Mosè ed acconsente a camminare in mezzo ad un popolo infedele, manifestando in tal modo il suo amore [Es 33,12-17]. A Mosè che chiede di vedere la sua gloria, Dio risponde: “Farò passare davanti a te tutto il mio splendore e proclamerò il mio nome: Signore [YHWH], davanti a te” (Es 33,18-19). E il Signore passa davanti a Mosè e proclama: “Il Signore, il Signore [YHWH, YHWH], Dio misericordioso e pietoso, lento all'ira e ricco di grazia e di fedeltà” (Es 34,6). Mosè allora confessa che il Signore è un Dio che perdona [Es 34,9]. (CCC 2577) In questa intimità con il Dio fedele, lento all'ira e ricco di grazia [Es 34,6], Mosè ha attinto la forza e la tenacia della sua intercessione. Non prega per sé, ma per il popolo che Dio si è acquistato. Già durante il combattimento contro gli Amaleciti [Es 17,8-13] o per ottenere la guarigione di Maria [Nm 12,13-14], Mosè intercede. Ma è soprattutto dopo l'apostasia del popolo che egli sta “sulla breccia” di fronte a Dio (Sal 106,23) per salvare il popolo [Es 32,1-34,9]. Gli argomenti della sua preghiera (l'intercessione è anch'essa un misterioso combattimento) ispireranno l'audacia dei grandi oranti del popolo ebreo, come anche della Chiesa: Dio è amore; dunque, è giusto e fedele; non può contraddirsi, deve ricordarsi delle sue meravigliose gesta; è in gioco la sua gloria, non può abbandonare questo popolo che porta il suo Nome.

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