Es 33, 20-23 Tu non potrai vedere il mio volto

(Es 33, 20-23) Tu non potrai vedere il mio volto
[20] Soggiunse: "Ma tu non potrai vedere il mio volto, perché nessun uomo può vedermi e restare vivo". [21] Aggiunse il Signore: "Ecco un luogo vicino a me. Tu starai sopra la rupe: [22] quando passerà la mia Gloria, io ti porrò nella cavità della rupe e ti coprirò con la mano finché sarò passato. [23] Poi toglierò la mano e vedrai le mie spalle, ma il mio volto non lo si può vedere".
(CCC 2519) Ai “puri di cuore” è promesso che vedranno Dio faccia a faccia e che saranno simili a lui [1Cor 13,12; 1Gv 3,2]. La purezza del cuore è la condizione preliminare per la visione. Fin d'ora essa ci permette di vedere secondo Dio, di accogliere l'altro come un “prossimo”; ci consente di percepire il corpo umano, il nostro e quello del prossimo, come un tempio dello Spirito Santo, una manifestazione della bellezza divina. (CCC 2531) La purezza del cuore ci farà vedere Dio: fin d'ora ci consente di vedere ogni cosa secondo Dio. (CCC 2548) Il desiderio della vera felicità libera l'uomo dallo smodato attaccamento ai beni di questo mondo, per avere compimento nella visione e nella beatitudine di Dio. “La promessa di vedere Dio supera ogni felicità. [...] Nella Scrittura, vedere equivale a possedere. [...] Chi vede Dio, ha conseguito tutti i beni che si possano concepire” [San Gregorio di Nissa, Orationes de beatitudinibus, oratio 6: PG 44, 1265]. (CCC 2549) Il popolo santo deve lottare, con la grazia che viene dall'Alto, per ottenere i beni che Dio promette. Per possedere e contemplare Dio, i cristiani mortificano le loro brame e trionfano, con la grazia di Dio, sulle seduzioni del piacere e del potere.

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