Gen 14, 16-18 Melchisedek offrì pane e vino

Pagine scelte di Genesi 14
(Gen 14, 16-18) Melchisedek offrì pane e vino
[16] Ricuperò così tutta la roba e anche Lot suo parente, i suoi beni, con le donne e il popolo. [17] Quando Abram fu di ritorno, dopo la sconfitta di Chedorlaomer e dei re che erano con lui, il re di Sòdoma gli uscì incontro nella Valle di Save, cioè la Valle del re. [18] Intanto Melchisedek, re di Salem, offrì pane e vino: era sacerdote del Dio altissimo.
(CCC 1333) Al centro della celebrazione dell'Eucaristia si trovano il pane e il vino i quali, per le parole di Cristo e per l'invocazione dello Spirito Santo, diventano il Corpo e il Sangue di Cristo. Fedele al comando del Signore, la Chiesa continua a fare, in memoria di lui, fino al suo glorioso ritorno, ciò che egli ha fatto la vigilia della sua passione: “Prese il pane…”, “Prese il calice del vino…”. Diventando misteriosamente il Corpo e il Sangue di Cristo, i segni del pane e del vino continuano a significare anche la bontà della creazione. Così, all'offertorio, rendiamo grazie al Creatore per il pane e per il vino [Sal 104,13-15], “frutto del lavoro dell'uomo”, ma prima ancora “frutto della terra” e “della vite”, doni del Creatore. Nel gesto di Melchisedek, re e sacerdote, che “offrì pane e vino” (Gen 14,18) la Chiesa vede una prefigurazione della sua propria offerta [Cf Preghiera eucaristica I o Canone Romano: Messale Romano]. (CCC 1544) Tutte le prefigurazioni del sacerdozio dell'Antica Alleanza trovano il loro compimento in Cristo Gesù, “unico […] mediatore tra Dio e gli uomini” (1Tm 2,5). Melchisedek, “sacerdote del Dio altissimo” (Gen 14,18), è considerato dalla Tradizione cristiana come una prefigurazione del sacerdozio di Cristo, unico “sommo sacerdote alla maniera di Melchisedek” (Eb 5,10; 6,20), “santo, innocente, senza macchia” (Eb 7,26), il quale “con un'unica oblazione […] ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati” (Eb 10,14 ), cioè con l'unico sacrificio della sua croce.

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