Gen 18, 10-15 Qualcosa è impossibile per il Signore?

(Gen 18, 10-15) Qualcosa è impossibile per il Signore?
[10] Il Signore riprese: "Tornerò da te fra un anno a questa data e allora Sara, tua moglie, avrà un figlio". Intanto Sara stava ad ascoltare all'ingresso della tenda ed era dietro di lui. [11] Abramo e Sara erano vecchi, avanti negli anni; era cessato a Sara ciò che avviene regolarmente alle donne. [12] Allora Sara rise dentro di sé e disse: "Avvizzita come sono dovrei provare il piacere, mentre il mio signore è vecchio!". [13] Ma il Signore disse ad Abramo: "Perché Sara ha riso dicendo: Potrò davvero partorire, mentre sono vecchia? [14] C'è forse qualche cosa impossibile per il Signore? Al tempo fissato tornerò da te alla stessa data e Sara avrà un figlio". [15] Allora Sara negò: "Non ho riso!",) perché aveva paura; ma quegli disse: "Sì, hai proprio riso".
(CCC 158) “La fede cerca di comprendere” [Sant'Anselmo d'Aosta, Proslogion, Prooemium, Opera omnia v. 1]: è caratteristico della fede che il credente desideri conoscere meglio colui nel quale ha posto la sua fede, e comprendere meglio ciò che egli ha rivelato; una conoscenza più penetrante richiederà a sua volta una fede più grande, sempre più ardente d'amore. La grazia della fede apre “gli occhi della mente” (Ef 1,18) per una intelligenza viva dei contenuti della Rivelazione, cioè dell'insieme del disegno di Dio e dei misteri della fede, dell'intima connessione che li lega tra loro e con Cristo, centro del mistero rivelato. Ora, “affinché l'intelligenza della Rivelazione diventi sempre più profonda, lo […] Spirito Santo perfeziona continuamente la fede per mezzo dei suoi doni” [Conc. Ecum. Vat. II, Dei Verbum, 5]. Così, secondo il detto di sant'Agostino, “Credi per comprendere: comprendi per credere” [Sant'Agostino, Sermo, 43, 7, 9: PL 38, 258]. (CCC 276) Fedele alla testimonianza della Scrittura, la Chiesa rivolge spesso la sua preghiera al “Dio onnipotente ed eterno” (“Omnipotens sempiterne Deus…”), credendo fermamente che “nulla è impossibile a Dio” (Lc 1,37; cf Gn 18,14; Mt 19,26).

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