Gen 22, 1-8 Dio mise alla prova Abramo

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(Gen 22, 1-8) Dio mise alla prova Abramo

[1] Dopo queste cose, Dio mise alla prova Abramo e gli disse: "Abramo, Abramo!". Rispose: "Eccomi!". [2] Riprese: "Prendi tuo figlio, il tuo unico figlio che ami, Isacco, và nel territorio di Moria e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherò". [3] Abramo si alzò di buon mattino, sellò l'asino, prese con sé due servi e il figlio Isacco, spaccò la legna per l'olocausto e si mise in viaggio verso il luogo che Dio gli aveva indicato. [4] Il terzo giorno Abramo alzò gli occhi e da lontano vide quel luogo. [5] Allora Abramo disse ai suoi servi: "Fermatevi qui con l'asino; io e il ragazzo andremo fin lassù, ci prostreremo e poi ritorneremo da voi". [6] Abramo prese la legna dell'olocausto e la caricò sul figlio Isacco, prese in mano il fuoco e il coltello, poi proseguirono tutt'e due insieme. [7] Isacco si rivolse al padre Abramo e disse: "Padre mio!". Rispose: "Eccomi, figlio mio". Riprese: "Ecco qui il fuoco e la legna, ma dov'è l'agnello per l'olocausto?". [8] Abramo rispose: "Dio stesso provvederà l'agnello per l'olocausto, figlio mio!". Proseguirono tutt'e due insieme;
(CCC 1819) La speranza cristiana riprende e porta a pienezza la speranza del popolo eletto, la quale trova la propria origine ed il proprio modello nella speranza di Abramo, colmato in Isacco delle promesse di Dio e purificato dalla prova del sacrificio [Gen 17,4-8; 22,1-18]. “Egli ebbe fede sperando contro ogni speranza e così divenne padre di molti popoli” (Rm 4,18). (CCC 2572) Quale ultima purificazione della sua fede, proprio a lui “che aveva ricevuto le promesse” (Eb 11,17) viene chiesto di sacrificare il figlio che Dio gli ha donato. La sua fede non vacilla: “Dio stesso provvederà l'agnello per l'olocausto” (Gen 22,8); “pensava infatti che Dio è capace di far risorgere anche dai morti” (Eb 11,19). Così il padre dei credenti è configurato al Padre che non risparmierà il proprio Figlio, ma lo darà per tutti noi [Rm 8,32]. La preghiera restituisce all'uomo la somiglianza con Dio e lo rende partecipe della potenza dell'amore di Dio che salva la moltitudine [Rm 4,16-21].

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