Gen 22, 15-18 Ti benedirò con ogni benedizione

(Gen 22, 15-18) Ti benedirò con ogni benedizione
[15] Poi l'angelo del Signore chiamò dal cielo Abramo per la seconda volta [16] e disse: "Giuro per me stesso, oracolo del Signore: perché tu hai fatto questo e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unico figlio, [17] io ti benedirò con ogni benedizione e renderò molto numerosa la tua discendenza, come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare; la tua discendenza si impadronirà delle città dei nemici. [18] Saranno benedette per la tua discendenza tutte le nazioni della terra, perché tu hai obbedito alla mia voce".
(CCC 705) Sfigurato dal peccato e dalla morte, l'uomo rimane “a immagine di Dio”, a immagine del Figlio, ma è privo “della Gloria di Dio” (Rm 3,23), della “somiglianza”. La Promessa fatta ad Abramo inaugura l'Economia della salvezza, al termine della quale il Figlio stesso assumerà “l'immagine” [Gv 1,14; Fil 2,7] e la restaurerà nella “somiglianza” con il Padre, ridonandole la gloria, lo Spirito “che dà la vita”. (CCC 706) Contro ogni speranza umana, Dio promette ad Abramo una discendenza, come frutto della fede e della potenza dello Spirito Santo [Gen 18,1-15; Lc 1,26-38.54-55; Gv 1,12-13; Rm 4,16-21]. In essa saranno benedetti tutti i popoli della terra [Gen 12,3]. Questa discendenza sarà Cristo [Gal 3,16], nel quale l'effusione dello Spirito Santo riunirà “insieme i figli di Dio che erano dispersi” (Gv 11,52). Impegnandosi con giuramento [Lc 1,73], Dio si impegna già al dono del suo Figlio Prediletto [Gen 22,17-18; Rm 8,32; Gv 3,16 ] e al dono dello Spirito della Promessa che prepara la redenzione di coloro che Dio si è acquistato (Ef 1,13-14; cf Gal 3,14).

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