Gen 50, 20 Dio ha fatto servire il male a un bene

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(Gen 50, 20) Dio ha fatto servire il male a un bene

[20] Se voi avevate pensato del male contro di me, Dio ha pensato di farlo servire a un bene, per compiere quello che oggi si avvera: far vivere un popolo numeroso.
(CCC 312) Così, col tempo, si può scoprire che Dio, nella sua provvidenza onnipotente, può trarre un bene dalle conseguenze di un male, anche morale, causato dalle sue creature: “Non siete stati voi”, dice Giuseppe ai suoi fratelli, “a mandarmi qui, ma Dio. […] Se voi avete pensato del male contro di me, Dio ha pensato di farlo servire a un bene […] per far vivere un popolo numeroso” (Gen 45,8; 50,20; cf Tb 2,12-18 volg). Dal più grande male morale che mai sia stato commesso, il rifiuto e l'uccisione del Figlio di Dio, causata dal peccato di tutti gli uomini, Dio, con la sovrabbondanza della sua grazia [Rm 5,20], ha tratto i più grandi beni: la glorificazione di Cristo e la nostra redenzione. Con ciò, però, il male non diventa un bene. (CCC 313) “Tutto concorre al bene di coloro che amano Dio” (Rm 8,28). La testimonianza dei santi non cessa di confermare questa verità: Così santa Caterina da Siena dice a “coloro che si scandalizzano” e si ribellano davanti a ciò che loro capita: “Tutto viene dall'amore, tutto è ordinato alla salvezza dell'uomo, Dio non fa niente se non a questo fine” [Santa Caterina da Siena, Il Dialogo della Divina provvidenza, 138]. E san Tommaso Moro, poco prima del martirio, consola la figlia: “Non accade nulla che Dio non voglia, e io sono sicuro che qualunque cosa avvenga, per quanto cattiva appaia, sarà in realtà sempre per il meglio” [Margarita Roper, Epistula ad Aliciam Alington (agosto 1534): The Correspondence of Sir Thomas More, Princeton 1947, p. 531-532]. E Giuliana di Norwich: “Imparai dalla grazia di Dio che dovevo rimanere fermamente nella fede, e quindi dovevo saldamente e perfettamente credere che tutto sarebbe finito in bene […]: “Tu stessa vedrai che ogni specie di cosa sarà per il bene ” [Giuliana di Norwich, Revelatio, 13, 32].

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