1Re 21, 20-24 Hai fatto il male agli occhi del Signore

(1Re 21, 20-24) Hai fatto il male agli occhi del Signore
[20] Acab rispose ad Elia: «Mi hai dunque colto sul fatto, o mio nemico?». Elia rispose: «Sì, ti ho colto, perché ti sei prestato a fare ciò che è male agli occhi del Signore. [21] Ecco, io farò venire su di te la sventura e ti spazzerò via; reciderò via da Acab ogni maschio, schiavo o libero in Israele. [22] Tratterò la tua casa come quella di Geroboamo, figlio di Nabat, e come quella di Baasa, figlio di Achia, a causa dell' ira che hai suscitato in me, inducendo Israele a peccare. [23] Anche riguardo a Gezabele il Signore parla in questi termini: "I cani divoreranno Gezabele nel campo di Izreel. [24] Della famiglia di Acab chiunque morirà in città lo divoreranno i cani; chiunque morirà in campagna lo mangeranno gli uccelli del cielo"».
(CCC 2268) Il quinto comandamento proibisce come gravemente peccaminoso l'omicidio diretto e volontario. L'omicida e coloro che volontariamente cooperano all'uccisione commettono un peccato che grida vendetta al cielo [Gen 4,10]. L'infanticidio [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 51], il fratricidio, il parricidio e l'uccisione del coniuge sono crimini particolarmente gravi a motivo dei vincoli naturali che infrangono. Preoccupazioni eugenetiche o di igiene pubblica non possono giustificare nessuna uccisione, fosse anche comandata dai pubblici poteri. (CCC 2269) Il quinto comandamento proibisce qualsiasi azione fatta con l'intenzione di provocare indirettamente la morte di una persona. La legge morale vieta tanto di esporre qualcuno ad un rischio mortale senza grave motivo, quanto di rifiutare l'assistenza ad una persona in pericolo. Tollerare, da parte della società umana, condizioni di miseria che portano alla morte senza che ci si sforzi di porvi rimedio, è una scandalosa ingiustizia e una colpa grave. Quanti nei commerci usano pratiche usuraie e mercantili che provocano la fame e la morte dei loro fratelli in umanità, commettono indirettamente un omicidio, che è loro imputabile [Am 8,4-10]. L'omicidio involontario non è moralmente imputabile. Ma non si è scagionati da una colpa grave qualora, senza motivi proporzionati, si è agito in modo tale da causare la morte, anche senza l'intenzione di provocarla.

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