Gdc 13, 6-7 Sembrava un suo messaggero

(Gdc 13, 6-7) Sembrava un suo messaggero
[6] La donna andò a raccontare la cosa al marito: «Ho incontrato un uomo di Dio, che all'aspetto sembrava un suo messaggero, tanto era venerando. Non gli ho domandato da dove veniva, né egli mi ha detto il suo nome, [7] ma mi ha predetto che concepirò e darò alla luce un figlio e che ora non devo più né bere vino o altra bevanda inebriante, né mangiare alcuna cosa impura, perché il bambino sarà nazireo di Dio da quando sarà nel mio seno fino alla sua morte».
(CCC 329) Sant'Agostino dice a loro riguardo: “Angelus officii nomen est, non naturae. Quaeris nomen huius naturae, spiritus est; quaeris officium, angelus est: ex eo quod est, spiritus est, ex eo quod agit, angelus - La parola angelo designa l'ufficio, non la natura. Se si chiede il nome di questa natura si risponde che è spirito; se si chiede l'ufficio, si risponde che è angelo: è spirito per quello che è, mentre per quello che compie è angelo” [Sant'Agostino, Enarratio in Psalmum, 103, 1, 15: PL 37, 1348-1349]. In tutto il loro essere, gli angeli sono servitori e messaggeri di Dio. Per il fatto che “vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli” (Mt 18,10), essi sono “potenti esecutori dei suoi comandi, pronti alla voce della sua parola” (Sal 103,20).

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