Tb 2, 13-18 Dove sono le tue buone opere?

(Tb 2, 13-18) Dove sono le tue buone opere?
"Da dove viene questo capretto? Non sarà stato rubato? Restituiscilo ai padroni, poiché non abbiamo il diritto di mangiare cosa alcuna rubata". [14] Ella mi disse: "Mi è stato dato in più del salario". Ma io non le credevo e le ripetevo di restituirlo ai padroni e a causa di ciò arrossivo di lei. Allora per tutta risposta mi disse: "Dove sono le tue elemosine? Dove sono le tue buone opere? Ecco, lo si vede bene dal come sei ridotto!"
(CCC 2453) Il settimo comandamento proibisce il furto. Il furto consiste nell'usurpare il bene altrui, contro la volontà ragionevole del proprietario. (CCC 2454) Ogni modo di prendere ed usare ingiustamente i beni altrui è contrario al settimo comandamento. L'ingiustizia commessa esige riparazione. La giustizia commutativa esige la restituzione di ciò che si è si è rubato. (CCC 312) Così, col tempo, si può scoprire che Dio, nella sua provvidenza onnipotente, può trarre un bene dalle conseguenze di un male, anche morale, causato dalle sue creature: “Non siete stati voi”, dice Giuseppe ai suoi fratelli, “a mandarmi qui, ma Dio. […] Se voi avete pensato del male contro di me, Dio ha pensato di farlo servire a un bene […] per far vivere un popolo numeroso” (Gen 45,8; 50,20; cf Tb 2,12-18 volg). Dal più grande male morale che mai sia stato commesso, il rifiuto e l'uccisione del Figlio di Dio, causata dal peccato di tutti gli uomini, Dio, con la sovrabbondanza della sua grazia [Rm 5,20], ha tratto i più grandi beni: la glorificazione di Cristo e la nostra redenzione. Con ciò, però, il male non diventa un bene.

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