Sal 104, 15 Il vino e il pane e l'olio

(Sal 104, 15) Il vino e il pane e l'olio
[15] Il vino che allieta il cuore dell'uomo; l'olio che fa brillare il suo volto e il pane che sostiene il suo vigore.
(CCC 1334) Nell'Antica Alleanza il pane e il vino sono offerti in sacrificio tra le primizie della terra, in segno di riconoscenza al Creatore. Ma ricevono anche un nuovo significato nel contesto dell'Esodo: i pani azzimi, che Israele mangia ogni anno a Pasqua, commemorano la fretta della partenza liberatrice dall'Egitto; il ricordo della manna del deserto richiamerà sempre a Israele che egli vive del pane della Parola di Dio [Dt 8,3]. Il pane quotidiano, infine, è il frutto della Terra promessa, pegno della fedeltà di Dio alle sue promesse. Il “calice della benedizione” (1Cor 10,16), al termine della cena pasquale degli ebrei, aggiunge alla gioia festiva del vino una dimensione escatologica, quella dell'attesa messianica della restaurazione di Gerusalemme. Gesù ha istituito la sua Eucaristia conferendo un significato nuovo e definitivo alla benedizione del pane e del calice. (CCC 1293) Nel rito di questo sacramento è opportuno considerare il segno dell'unzione e ciò che l'unzione indica e imprime: il sigillo spirituale. Nel simbolismo biblico e antico, l'unzione presenta una grande ricchezza di significati: l'olio è segno di abbondanza [Dt 11,14, ecc.] e di gioia [Sal 23,5; 104,15], purifica (unzione prima e dopo il bagno), rende agile (l'unzione degli atleti e dei lottatori); è segno di guarigione, poiché cura le contusioni e le piaghe [Is 1,6; Lc 10,34] e rende luminosi di bellezza, di salute e di forza.

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