Is 44, 18-20 Ciò che tengo in mano non è forse falso?

(Is 44, 18-20) Ciò che tengo in mano non è forse falso?
[18] Non sanno né comprendono; una patina impedisce agli occhi loro di vedere e al loro cuore di capire. [19] Essi non riflettono, non hanno scienza e intelligenza per dire: "Ho bruciato nel fuoco una parte, sulle sue braci ho cotto perfino il pane e arrostito la carne che ho mangiato; col residuo farò un idolo abominevole? Mi prostrerò dinanzi ad un pezzo di legno?". [20] Si pasce di cenere, ha un cuore illuso che lo travia; egli non sa liberarsene e dire: "Ciò che tengo in mano non è forse falso?".
(CCC 2113) L'idolatria non concerne soltanto i falsi culti del paganesimo. Rimane una costante tentazione della fede. Consiste nel divinizzare ciò che non è Dio. C'è idolatria quando l'uomo onora e riverisce una creatura al posto di Dio, si tratti degli dèi o dei demoni (per esempio il satanismo), del potere, del piacere, della razza, degli antenati, dello Stato, del denaro, ecc. “Non potete servire a Dio e a mammona”, dice Gesù (Mt 6,24). Numerosi martiri sono morti per non adorare “la Bestia” [Ap 13-14], rifiutando perfino di simularne il culto. L'idolatria respinge l'unica Signoria di Dio; perciò è incompatibile con la comunione divina [Gal 5,20; Ef 5,5].

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