Is 61, 1-2 Il Signore mi ha consacrato con l'unzione

(Is 61, 1-2) Il Signore mi ha consacrato con l'unzione
[1] Lo spirito del Signore Dio è su di me perché il Signore mi ha consacrato con l'unzione; mi ha mandato a portare il lieto annunzio ai miseri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri, [2] a promulgare l'anno di misericordia del Signore, un giorno di vendetta per il nostro Dio, per consolare tutti gli afflitti,
(CCC 714) Per questo Cristo inaugura l'annunzio della Buona Novella facendo suo questo testo di Isaia (Lc 4,18-19; Is 61,1-2): “Lo Spirito del Signore è sopra di me, per questo mi ha consacrato con l'unzione e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore”. (CC 436) Cristo viene dalla traduzione greca del termine ebraico “Messia” che significa “unto”. Non diventa il nome proprio di Gesù se non perché egli compie perfettamente la missione divina da esso significata. Infatti in Israele erano unti nel nome di Dio coloro che erano a lui consacrati per una missione che egli aveva loro affidato. Era il caso dei re [1Sam 9,16; 10,1; 16,1; 16,12-13; 1Re 1,39], dei sacerdoti [Es 29,7; Lv 8,12] e, raramente, dei profeti [1Re 19,16]. Tale doveva essere per eccellenza il caso del Messia che Dio avrebbe mandato per instaurare definitivamente il suo Regno [Sal 2,2; At 4,26-27]. Il Messia doveva essere unto dallo Spirito del Signore, [Is 11,2] ad un tempo come re e sacerdote [Zc 4,14; 6,13] ma anche come profeta [Is 61,1; Lc 4,16-21]. Gesù ha realizzato la speranza messianica di Israele nella sua triplice funzione di sacerdote, profeta e re.

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