Sap 11, 24-26 Tu ami tutte le cose esistenti

(Sap 11, 24-26) Tu ami tutte le cose esistenti
[24] Poiché tu ami tutte le cose esistenti e nulla disprezzi di quanto hai creato; se avessi odiato qualcosa, non l'avresti neppure creata. [25] Come potrebbe sussistere una cosa, se tu non vuoi? O conservarsi se tu non l'avessi chiamata all'esistenza? [26] Tu risparmi tutte le cose, perché tutte son tue, Signore, amante della vita,
(CCC 301) Dopo averla creata, Dio non abbandona a se stessa la sua creatura. Non le dona soltanto di essere e di esistere: la conserva in ogni istante nell'”essere”, le dà la facoltà di agire e la conduce al suo termine. Riconoscere questa completa dipendenza in rapporto al Creatore è fonte di sapienza e di libertà, di gioia, di fiducia: “Tu ami tutte le cose esistenti, e nulla disprezzi di quanto hai creato; se tu avessi odiato qualcosa, non l'avresti neppure creata. Come potrebbe sussistere una cosa se tu non vuoi? O conservarsi se tu non l'avessi chiamata all'esistenza? Tu risparmi tutte le cose, perché tutte son tue, Signore, amante della vita” (Sap 11,24-26). (CCC 373) Nel disegno di Dio, l'uomo e la donna sono chiamati a “dominare” la terra [Gen 1,28] come “amministratori” di Dio. Questa sovranità non deve essere un dominio arbitrario e distruttivo. A immagine del Creatore, “che ama tutte le cose esistenti” (Sap 11,24), l'uomo e la donna sono chiamati a partecipare alla Provvidenza divina verso le altre creature. Da qui la loro responsabilità nei confronti del mondo che Dio ha loro affidato.

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