Sap 16, 9-14 La tua parola o Signore tutto risana

(Sap 16, 9-14) La tua parola o Signore tutto risana
[9] Gli egiziani infatti furono uccisi dai morsi di cavallette e di mosche, né si trovò un rimedio per la loro vita, meritando di essere puniti con tali mezzi. [10] Invece contro i tuoi figli neppure i denti di serpenti velenosi prevalsero, perché intervenne la tua misericordia a guarirli. [11] Perché ricordassero le tue parole, feriti dai morsi, erano subito guariti, per timore che, caduti in un profondo oblio, fossero esclusi dai tuoi benefici. [12] Non li guarì né un'erba né un emolliente, ma la tua parola, o Signore, la quale tutto risana. [13] Tu infatti hai potere sulla vita e sulla morte; conduci giù alle porte degli inferi e fai risalire. [14] L'uomo può uccidere nella sua malvagità, ma non far tornare uno spirito già esalato, né liberare un'anima già accolta negli inferi.
(CCC 2520) Il Battesimo conferisce a colui che lo riceve la grazia della purificazione da tutti i peccati. Ma il battezzato deve continuare a lottare contro la concupiscenza della carne e i desideri disordinati. Con la grazia di Dio giunge alla purezza del cuore: - mediante la virtù e il dono della castità, perché la castità permette di amare con un cuore retto e indiviso; - mediante la purezza d'intenzione che consiste nel tener sempre presente il vero fine dell'uomo: con un occhio semplice, il battezzato cerca di trovare e di compiere in tutto la volontà di Dio [Rm 12,2; Col 1,10]; - mediante la purezza dello sguardo, esteriore ed interiore; mediante la disciplina dei sentimenti e dell'immaginazione; mediante il rifiuto di ogni compiacenza nei pensieri impuri, che inducono ad allontanarsi dalla via dei divini comandamenti: “La vista provoca negli stolti il desiderio” (Sap 15,5); - mediante la preghiera: “Pensavo che la continenza si ottenesse con le proprie forze e delle mie non ero sicuro. A tal segno ero stolto da ignorare che […] nessuno può essere continente, se tu non lo concedi. E tu l'avresti concesso, se avessi bussato alle tue orecchie col gemito del mio cuore e lanciato in te la mia pena con fede salda” [Sant'Agostino, Confessiones, 6, 11, 20: PL 32, 729-730].

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