Bar 6, 3-4. 63 Gli idoli non possono rendere giustizia

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(Bar 6, 3-4. 63) Gli idoli non possono rendere giustizia
[3] Ora, vedrete in Babilonia idoli d'argento, d'oro e di legno, portati a spalla, i quali infondono timore ai pagani. [4] State attenti dunque a non imitare gli stranieri; il timore dei loro dei non si impadronisca di voi. [63] Perciò non si deve ritenere né dichiarare che siano dei, poiché non possono né rendere giustizia né beneficare gli uomini.
(CCC 2113) L'idolatria non concerne soltanto i falsi culti del paganesimo. Rimane una costante tentazione della fede. Consiste nel divinizzare ciò che non è Dio. C'è idolatria quando l'uomo onora e riverisce una creatura al posto di Dio, si tratti degli dèi o dei demoni (per esempio il satanismo), del potere, del piacere, della razza, degli antenati, dello Stato, del denaro, ecc. “Non potete servire a Dio e a mammona”, dice Gesù (Mt 6,24). Numerosi martiri sono morti per non adorare “la Bestia” [Ap 13-14], rifiutando perfino di simularne il culto. L'idolatria respinge l'unica Signoria di Dio; perciò è incompatibile con la comunione divina [Gal 5,20; Ef 5,5]. (CCC 2114) La vita umana si unifica nell'adorazione dell'Unico. Il comandamento di adorare il solo Signore semplifica l'uomo e lo salva da una dispersione senza limiti. L'idolatria è una perversione del senso religioso innato nell'uomo. Idolatra è colui che “riferisce la sua indistruttibile nozione di Dio a chicchessia anziché a Dio” [Origene, Contra Celsum, 2, 40: PG 11, 861].

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