Ez 1, 26-28 Mi apparve l’aspetto della gloria del Signore

Pagine scelte da Ezechiele
(Ez 1, 26-28) Mi apparve l’aspetto della gloria del Signore
[26] Sopra il firmamento che era sulle loro teste apparve come una pietra di zaffìro in forma di trono e su questa specie di trono, in alto, una figura dalle sembianze umane. [27] Da ciò che sembrava essere dai fianchi in su, mi apparve splendido come l'elettro e da ciò che sembrava dai fianchi in giù, mi apparve come di fuoco. Era circondato da uno splendore [28] il cui aspetto era simile a quello dell'arcobaleno nelle nubi in un giorno di pioggia. Tale mi apparve l'aspetto della gloria del Signore. Quando la vidi, caddi con la faccia a terra e udii la voce di uno che parlava.
(CCC 1137) L'Apocalisse di san Giovanni, letta nella liturgia della Chiesa, ci rivela prima di tutto “un trono nel cielo, e sul trono Uno seduto” (Ap 4,2): “il Signore” (Is 6,1; cf Ez 1,26-28). Poi l'Agnello, “ritto […] come immolato” (Ap 5,6; cf Gv 1,29): il Cristo crocifisso e risorto, l'unico Sommo Sacerdote del vero santuario [Eb 4,14-15; 10,19-21; ecc], lo stesso “che offre e che viene offerto, che dona ed è donato” [Liturgia bizantina. Anafora di San Giovanni Crisostomo; PG 63, 913]. Infine, il “fiume di acqua viva” che scaturisce “dal trono di Dio e dell'Agnello” (Ap 22,1), uno dei simboli più belli dello Spirito Santo [Gv 4,10-14; Ap 21,6].

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