Ez 32, 17-18 Figlio dell'uomo, intona un canto funebre

(Ez 32, 17-18) Figlio dell'uomo, intona un canto funebre
[17] Ai quindici del primo mese, dell'anno decimosecondo, mi fu rivolta questa parola del Signore: [18] "Figlio dell'uomo, intona un canto funebre sugli abitanti dell'Egitto. Falli scendere insieme con le figlie di nazioni potenti, nella regione sotterranea, con quelli che scendono nella fossa.
(CC 633) La Scrittura chiama inferi, Shéol o Aiden [Fil 2,10; At 2,24; Ap 1,18; Ef 4,9] il soggiorno dei morti dove Cristo morto è disceso, perché quelli che vi si trovano sono privati della visione di Dio [Sal 6,6; 88,11-13 ]. Tale infatti è, nell'attesa del Redentore, la sorte di tutti i morti, cattivi o giusti [Sal 89,49; 1Sam 28,19; Ez 32,17-32]; il che non vuol dire che la loro sorte sia identica, come dimostra Gesù nella parabola del povero Lazzaro accolto nel “seno di Abramo” [Lc 16,22-26]. “Furono appunto le anime di questi giusti in attesa del Cristo a essere liberate da Gesù disceso all'inferno” [Catechismo Romano, 1, 6, 3]. Gesù non è disceso agli inferi per liberare i dannati [Concilio di Roma (745): DS 587] né per distruggere l'inferno della dannazione [Benedetto XII, Libello Cum dudum (1341), 18: DS 1011; Clemente VI, Lettera Super quibusdam (1341), c. 15, 13: DS 1077], ma per liberare i giusti che l'avevano preceduto [Concilio di Toledo IV (633): DS 485; Mt 27,52-53].

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