Ger 31, 34 Non mi ricorderò più del loro peccato

(Ger 31, 34) Non mi ricorderò più del loro peccato
[34] Non dovranno più istruirsi gli uni gli altri, dicendo: Riconoscete il Signore, perché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande, dice il Signore; poiché io perdonerò la loro iniquità e non mi ricorderò più del loro peccato".
(CCC 1965) La nuova Legge o Legge evangelica è la perfezione quaggiù della legge divina, naturale e rivelata. E' opera di Cristo e trova la sua espressione particolarmente nel discorso della montagna; è anche opera dello Spirito Santo e, per mezzo di lui, diventa la legge interiore della carità: “Io stipulerò con la casa d'Israele […] un'alleanza nuova. […] Porrò le mie leggi nella loro mente e le imprimerò nei loro cuori; sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo” (Eb 8,8.10; cf. Ger 31,31-34). (CCC 580) L'adempimento perfetto della Legge poteva essere soltanto l'opera del divino Legislatore nato sotto la Legge nella Persona del Figlio [Gal 4,4]. Con Gesù, la Legge non appare più incisa su tavole di pietra ma scritta “nell’animo” e nel “cuore” (Ger 31,33) del Servo che, proclamando “il diritto con fermezza” (Is 42,3), diventa l'“alleanza del popolo” (Is 42,6). Gesù compie la Legge fino a prendere su di sé “la maledizione della Legge” (Gal 3,13), in cui erano incorsi coloro che non erano rimasti fedeli “a tutte le cose scritte nel libro della Legge” (Gal 3,10); infatti la morte di Cristo intervenne “per la redenzione delle colpe commesse sotto la prima Alleanza” (Eb 9,15).

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