Gn 2, 1 Giona restò nel ventre del pesce tre giorni

(Gn 2, 1) Giona restò nel ventre del pesce tre giorni
[1] Ma il Signore dispose che un grosso pesce inghiottisse Giona; Giona restò nel ventre del pesce tre giorni e tre notti.
(CCC 627) La morte di Cristo è stata una vera morte in quanto ha messo fine alla sua esistenza umana terrena. Ma a causa dell'unione che la persona del Figlio ha mantenuto con il suo corpo, non si è trattato di uno spogliamento mortale come gli altri, perché “non era possibile che” la morte “lo tenesse in suo potere” (At 2,24) e perciò “la virtù divina ha preservato il corpo di Cristo dalla corruzione” [San Tommaso d'Aquino, Summa theologiae, III, 51, 3, 2]. Di Cristo si può dire contemporaneamente: “Fu eliminato dalla terra dei viventi” (Is 53,8) e: “Il mio corpo riposa al sicuro, perché non abbandonerai la mia vita nel sepolcro, né lascerai che il tuo santo veda la corruzione” (At 2,26-27; cf. Sal 16,9-10). La risurrezione di Gesù “il terzo giorno” (1Cor 15,4; Lc 24,46; cf. Mt 12,40; Gn 2,1; Os 6,2) ne era il segno, anche perché si credeva che la corruzione si manifestasse a partire dal quarto giorno [Gv 11,39].

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