15. A chi è affidato il deposito della fede?


15. A chi è affidato il deposito della fede?

(Comp 15) Il deposito della fede è affidato dagli Apostoli alla totalità della Chiesa. Tutto il popolo di Dio, con il senso soprannaturale della fede, sorretto dallo Spirito Santo e guidato dal Magistero della Chiesa, accoglie la Rivelazione divina, sempre più la comprende e la applica alla vita.

“In Sintesi”

(CCC 99) Tutto il popolo di Dio, in virtù del suo senso soprannaturale della fede, non cessa di accogliere il dono della rivelazione divina, di penetrarlo sempre più profondamente e di viverlo più pienamente.

Approfondimenti e spiegazioni
(CCC 84) Il deposito della fede (“depositum fidei”) [1Tm 6,20; 2Tm 1,12-14], contenuto nella Sacra Tradizione e nella Sacra Scrittura, è stato affidato dagli Apostoli alla totalità della Chiesa. “Aderendo ad esso tutto il popolo santo, unito ai suoi Pastori, persevera costantemente nell'insegnamento degli Apostoli e nella comunione, nella frazione del pane e nelle orazioni, in modo che, nel ritenere, praticare e professare la fede trasmessa, si crei una singolare unità di spirito tra Vescovi e fedeli” [Conc. Ecum. Vat. II, Dei Verbum, 10]. (CCC 91) Tutti i fedeli partecipano della comprensione e della trasmissione della verità rivelata. Hanno ricevuto l'unzione dello Spirito Santo che insegna loro ogni cosa [1Gv 2,20.27] e li guida “alla verità tutta intera” (Gv 16,13). (CCC 857) La Chiesa è apostolica, perché è fondata sugli Apostoli, e ciò in un triplice senso: - essa è stata e rimane costruita sul “fondamento degli Apostoli” (Ef 2,20; Ap 21,14) testimoni scelti e mandati in missione da Cristo stesso [Mt 28,16-20; At 1,8; 1Cor 9,1; 15,7-8; Gal 1,1; ecc.]; - custodisce e trasmette, con l'aiuto dello Spirito che abita in essa, l'insegnamento [At 2,42], il buon deposito, le sane parole udite dagli Apostoli [2Tm 1,13-14]; - fino al ritorno di Cristo, continua ad essere istruita, santificata e guidata dagli Apostoli grazie ai loro successori nella missione pastorale: il Collegio dei Vescovi, “coadiuvato dai sacerdoti ed unito al successore di Pietro e Supremo Pastore della Chiesa” [Conc. Ecum. Vat. II, Ad gentes, 5]. “Pastore eterno, tu non abbandoni il tuo gregge, ma lo custodisci e proteggi sempre per mezzo dei tuoi santi Apostoli, e lo conduci attraverso i tempi, sotto la guida di coloro che tu stesso hai eletto vicari del tuo Figlio e hai costituito Pastori” [Prefazio degli Apostoli I, Messale Romano].

Riflessioni
(CCC 94) Grazie all'assistenza dello Spirito Santo, l'intelligenza tanto delle realtà quanto delle parole del deposito della fede può progredire nella vita della Chiesa: - “Con la riflessione e lo studio dei credenti, i quali le meditano in cuor loro” [Conc. Ecum. Vat. II, Dei Verbum, 8]; in particolare “la ricerca teologica [...] prosegue nella conoscenza profonda della verità rivelata” [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 62; 44; Id., Dei Verbum, 23; 24; Id., Unitatis redintegratio, 4]; - “con la profonda intelligenza che [i credenti] provano delle cose spirituali” [Dei Verbum, 8]; “divina eloquia cum legente crescunt - le parole divine crescono insieme con chi le legge” [San Gregorio Magno, Homilia in Ezechielem, 1, 7, 8: PL 76, 843]; - “con la predicazione di coloro i quali, con la successione episcopale, hanno ricevuto un carisma certo di verità” [Dei Verbum, 8]. (CCC 2651) La tradizione della preghiera cristiana è una delle forme di crescita della tradizione della fede, in particolare per mezzo della contemplazione e dello studio dei credenti, i quali conservano nel loro cuore gli eventi e le parole dell'Economia della salvezza, e mediante la profonda comprensione delle realtà spirituali di cui fanno esperienza [Dei Verbum, 8].

(Prossima domanda: A chi spetta interpretare autenticamente il deposito della fede?)

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