33. Che cosa sono i Simboli della fede?


33. Che cosa sono i Simboli della fede?

(Comp 33) Sono formule articolate, chiamate anche «Professioni di fede» o «Credo», con cui la Chiesa, fin dalle sue origini, ha espresso sinteticamente e trasmesso la propria fede con un linguaggio normativa, comune a tutti i fedeli.

“In Sintesi”
(CCC 185) Chi dice “Io credo”, dice “Io aderisco a ciò che noi crediamo”. La comunione nella fede richiede un linguaggio comune della fede, normativo per tutti e che unisca nella medesima confessione di fede.

Approfondimenti e spiegazioni
(CCC 186) Fin dalle origini, la Chiesa apostolica ha espresso e trasmesso la propria fede in formule brevi e normative per tutti [Rm 10,9; 1Cor 15,3-5]. Ma molto presto la Chiesa ha anche voluto riunire l'essenziale della sua fede in compendi organici e articolati, destinati in particolare ai candidati al Battesimo. “Il simbolo della fede non fu composto secondo opinioni umane, ma consiste nella raccolta dei punti salienti, scelti da tutta la Scrittura, così da dare una dottrina completa della fede. E come il seme della senape racchiude in un granellino molti rami, così questo compendio della fede racchiude tutta la conoscenza della vera pietà contenuta nell'Antico e nel Nuovo Testamento” [San Cirillo di Gerusalemme, Catecheses illuminandorum, 5, 12: PG 33, 521-524]. (CCC 187) Tali sintesi della fede vengono chiamate “professioni di fede”, perché riassumono la fede professata dai cristiani. Vengono chiamate “Credo” a motivo di quella che normalmente ne è la prima parola: “Io credo”. Sono anche dette “Simboli della fede”. (CCC 188) La parola greca symbolon indicava la metà di un oggetto spezzato (per esempio un sigillo) che veniva presentato come un segno di riconoscimento. Le parti rotte venivano ricomposte per verificare l'identità di chi le portava. Il “Simbolo della fede” è quindi un segno di riconoscimento e di comunione tra i credenti. Symbolon passò poi a significare raccolta, collezione o sommario. Il “Simbolo della fede” è la raccolta delle principali verità della fede. Da qui deriva il fatto che esso costituisce il primo e fondamentale punto di riferimento della catechesi. (CCC 192) Nel corso dei secoli si sono avute numerose professioni o simboli della fede, in risposta ai bisogni delle diverse epoche: i simboli delle varie Chiese apostoliche e antiche [Symbola fidei ab Ecclesia antiqua recepta: DS 1-64] il Simbolo “Quicumque”, detto di Sant'Atanasio [DS 75-76], le professioni di fede di certi Concili (di Toledo, Concilio di Toledo XI: DS 525-541; Lateranense, Concilio Lateranense IV: DS 800-802; di Lione, Concilio di Lione II: DS 851-861; di Trento, Professione di fede trindentina: DS 1862-1870) o di alcuni Sommi Pontefici, come: la “fides Damasi” [DS, 71-72] o “Il Credo del popolo di Dio” di Paolo VI (1968).

Per la riflessione
(CCC 197) Come al giorno del nostro Battesimo, quando tutta la nostra vita è stata affidata “a quella forma di insegnamento” (Rm 6,17) accogliamo il Simbolo della nostra fede, la quale dà la vita. Recitare con fede il Credo, significa entrare in comunione con Dio, il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, ed anche con tutta la Chiesa che ci trasmette la fede e nel seno della quale noi crediamo: “Questo Simbolo è un sigillo spirituale, è la meditazione del nostro cuore e ne è come una difesa sempre presente: senza dubbio è il tesoro che custodiamo nel nostro animo” (Sant'Ambrogio, Explanatio Symboli, 1: PL 17, 1193).

(Prossima domanda: Quali sono i più antichi Simboli della fede?)

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