56. Come l'uomo collabora con la Provvidenza divina?


56. Come l'uomo collabora con la Provvidenza divina?
(Comp 56) All'uomo Dio dona e chiede, rispettando la sua libertà, di collaborare con le sue azioni, le sue preghiere, ma anche con le sue sofferenze, suscitando in lui «il volere e l'operare secondo i suoi benevoli disegni» (Fil 2,13).

“In Sintesi”
(CCC 323) La provvidenza divina agisce anche attraverso l'azione delle creature. Agli esseri umani Dio dona di cooperare liberamente ai suoi disegni.

Approfondimenti e spiegazioni
(CCC 307) Dio dà agli uomini anche il potere di partecipare liberamente alla sua Provvidenza, affidando loro la responsabilità di “soggiogare” la terra e di dominarla [Gen 1,26-28]. In tal modo Dio fa dono agli uomini di essere cause intelligenti e libere per completare l'opera della creazione, perfezionandone l'armonia, per il loro bene e per il bene del loro prossimo. Cooperatori spesso inconsapevoli della volontà divina, gli uomini possono entrare deliberatamente nel piano divino con le loro azioni, le loro preghiere, ma anche con le loro sofferenze [Col 1,24]. Allora diventano in pienezza “collaboratori di Dio” (1Cor 3,9; 1Ts 3,2) e del suo Regno [Col 4,11].

Per la riflessione
(CCC 308) Dio agisce in tutto l'agire delle sue creature: è una verità inseparabile dalla fede in Dio Creatore. Egli è la causa prima che opera nelle cause seconde e per mezzo di esse: “È Dio infatti che suscita” in noi “il volere e l'operare secondo i suoi benevoli disegni” (Fil 2,13) [1Cor 12,6]. Lungi dallo sminuire la dignità della creatura, questa verità la accresce. Infatti la creatura, tratta dal nulla dalla potenza, dalla sapienza e dalla bontà di Dio, niente può se è separata dalla propria origine, perché “la creatura senza il Creatore svanisce” [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 36]; ancor meno può raggiungere il suo fine ultimo senza l'aiuto della grazia [Mt 19,26; Gv 15,5; Fil 4,13].

(Prossima domanda: Se Dio è onnipotente e provvidente, perché allora esiste il male?)

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