101. In che senso tutta la vita di Cristo è “Mistero”? (II parte) (continuazione)


101. In che senso tutta la vita di Cristo è “Mistero”? (II parte) (continuazione)

(Comp 101 ripetizione) Tutta la vita di Cristo è evento di rivelazione. Ciò che è visibile nella vita terrena di Gesù conduce al suo Mistero invisibile, soprattutto al Mistero della sua filiazione divina: «Chi vede me, vede il Padre» (Gv 14,19). Inoltre, anche se la salvezza viene compiutamente dalla Croce e dalla Risurrezione, la vita intera di Cristo è Mistero di salvezza, perché tutto ciò che Gesù ha fatto, detto e sofferto aveva come scopo di salvare l'uomo decaduto e di ristabilirlo nella sua vocazione di figlio di Dio.

“In Sintesi”
(CCC 562) I discepoli di Cristo devono conformarsi a lui, finché egli sia formato in loro [Gal 4,19]. “Per questo siamo assunti ai misteri della sua vita, resi conformi a lui, morti e risuscitati con lui, finché con lui regneremo” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 7].

Approfondimenti e spiegazioni
(CCC 515) I Vangeli sono scritti da uomini che sono stati tra i primi a credere [Mc 1,1; Gv 21,24] e che vogliono condividere con altri la loro fede. Avendo conosciuto, nella fede, chi è Gesù, hanno potuto scorgere e fare scorgere in tutta la sua vita terrena le tracce del suo mistero. Dalle fasce della sua nascita [Lc 2,7], fino all'aceto della sua passione [Mt 27,48] e al sudario della risurrezione [Gv 20,7], tutto nella vita di Gesù è segno del suo mistero. Attraverso i suoi gesti, i suoi miracoli, le sue parole, è stato rivelato che “in lui abita corporalmente tutta la pienezza della divinità” (Col 2,9). In tal modo la sua umanità appare come “il sacramento”, cioè il segno e lo strumento della sua divinità e della salvezza che egli reca: ciò che era visibile nella sua vita terrena condusse al mistero invisibile della sua filiazione divina e della sua missione redentrice. (CCC 516) Tutta la vita di Cristo è rivelazione del Padre: le sue parole e le sue azioni, i suoi silenzi e le sue sofferenze, il suo modo di essere e di parlare. Gesù può dire: “Chi vede me, vede il Padre” (Gv 14,9), e il Padre: “Questi è il Figlio mio, l'eletto; ascoltatelo” (Lc 9,35). Poiché il nostro Signore si è fatto uomo per compiere la volontà del Padre, [Eb 10,5-7] i più piccoli tratti dei suoi misteri ci manifestano “l'amore di Dio per noi” (1Gv 4,9). (CCC 517) Tutta la vita di Cristo è mistero di redenzione. La redenzione è frutto innanzi tutto del sangue della croce [Ef 1,7; Col 1,13-14; 1Pt 1,18-19], ma questo mistero opera nell'intera vita di Cristo: già nella sua incarnazione, mediante la quale, facendosi povero, ci ha arricchiti con la sua povertà [2Cor 8,9]; nella sua vita nascosta che, con la sua sottomissione [Lc 2,51], ripara la nostra insubordinazione; nella sua parola che purifica i suoi ascoltatori [Gv 15,3]; nelle guarigioni e negli esorcismi che opera, mediante i quali “ha preso le nostre infermità e si è addossato le nostre malattie” (Mt 8,17) [Is 53,4]; nella sua risurrezione, con la quale ci giustifica [Rm 4,25].

Per la riflessione
(CCC 520) Durante tutta la sua vita, Gesù si mostra come nostro modello [Rm 15,5; Fil 2,5]: è “l'uomo perfetto” [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 38] che ci invita a diventare suoi discepoli e a seguirlo; con il suo abbassamento, ci ha dato un esempio da imitare [Gv 13,15], con la sua preghiera, attira alla preghiera [Lc 11,1], con la sua povertà, chiama ad accettare liberamente la spogliazione e le persecuzioni [Mt 5,11-12]. (CCC 521) Tutto ciò che Cristo ha vissuto, egli fa sì che noi possiamo viverlo in lui e che egli lo viva in noi. “Con l'incarnazione il Figlio di Dio si è unito in certo modo a ogni uomo” [Gaudium et spes, 22]. Siamo chiamati a formare una cosa sola con lui; egli ci fa comunicare come membra del suo corpo a ciò che ha vissuto nella sua carne per noi e come nostro modello: “Noi dobbiamo sviluppare continuamente in noi e, in fine, completare gli stati e i misteri di Gesù. Dobbiamo poi pregarlo che li porti lui stesso a compimento in noi e in tutta la sua Chiesa. […] Il Figlio di Dio desidera una certa partecipazione e come un'estensione e continuazione in noi e in tutta la sua Chiesa dei suoi misteri mediante le grazie che vuole comunicarci e gli effetti che intende operare in noi attraverso i suoi misteri. E con questo mezzo egli vuole completarli in noi” [San Giovanni Eudes, Le royaume de Jésus, 3, 4]. [FINE]

(Prossima domanda: Quali sono state le preparazioni ai Misteri di Gesù?)

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