103. Che cosa insegna il Vangelo sui Misteri della nascita e dell'infanzia di Gesù?

103. Che cosa insegna il Vangelo sui Misteri della nascita e dell'infanzia di Gesù?
(Comp 103) A Natale, la gloria del Cielo si manifesta nella debolezza di un bambino; la circoncisione di Gesù è segno della sua appartenenza al popolo ebraico e prefigurazione del nostro Battesimo; l'Epifania è la manifestazione del Re-Messia d'Israele a tutte le genti; nella sua presentazione al tempio, in Simeone e Anna è tutta l'attesa di Israele che viene all'incontro con il suo Salvatore; la fuga in Egitto e la strage degli innocenti annunciano che l'intera vita di Cristo sarà sotto il segno della persecuzione; il suo ritorno dall'Egitto ricorda l'Esodo e presenta Gesù come il nuovo Mosè: è lui il vero e definitivo liberatore.

“In Sintesi”
(CCC 563) Pastori o magi, non si può incontrare Dio quaggiù che inginocchiandosi davanti alla mangiatoia di Betlemme e adorandolo nascosto nella debolezza di un bambino.

Approfondimenti e spiegazioni
(CCC 525) Gesù è nato nell'umiltà di una stalla, in una famiglia povera; [Lc 2,6-7] semplici pastori sono i primi testimoni dell'avvenimento. In questa povertà si manifesta la gloria del cielo [Lc 2,8-20]. La Chiesa non cessa di cantare la gloria di questa notte: “La Vergine oggi dà alla luce l'Eterno e la terra offre una grotta all'Inaccessibile. Gli angeli e i pastori a lui inneggiano e i magi, guidati dalla stella, vengono ad adorarlo. Tu sei nato per noi Piccolo Bambino, Dio eterno!” [San Romano il Melode, Kontakion, 10, In diem Nativitatis Christi, Prooemium]. (CCC 526) “Diventare come i bambini” in rapporto a Dio è la condizione per entrare nel Regno [Mt 18,3-4]; per questo ci si deve abbassare [Mt 23,12], si deve diventare piccoli; anzi, bisogna “rinascere dall'alto” (Gv 3,7), essere generati da Dio [Gv 1,13] per diventare figli di Dio (Gv 1,12). Il mistero del natale si compie in noi allorché Cristo “si forma” in noi [Gal 4,19]. Natale è il mistero di questo “meraviglioso scambio”: “O admirabile commercium! Creator generis humani, animatum corpus sumens, de Virgine nasci dignatus est; et procedens homo sine semine, largitus est nobis suam deitatem - O meraviglioso scambio! Il Creatore ha preso un'anima e un corpo, è nato da una Vergine; fatto uomo senza opera d'uomo, ci dona la sua divinità [Solennità di Maria SS. Madre di Dio, Antifona ai I e II Vespri: Liturgia delle ore, v. I]. (CCC 527) La circoncisione di Gesù, otto giorni dopo la nascita [Lc 2,21], è segno del suo inserimento nella discendenza di Abramo, nel popolo dell'Alleanza, della sua sottomissione alla Legge [Gal 4,4], della sua abilitazione al culto d'Israele al quale parteciperà durante tutta la vita. Questo segno è prefigurazione della “circoncisione di Cristo” che è il Battesimo [Col 2,11-13]. (CCC 529) La Presentazione di Gesù al Tempio [Lc 2,22-39] lo mostra come il Primogenito che appartiene al Signore [Es 13,12-13]. In Simeone e Anna è tutta l'attesa di Israele che viene all'incontro con il suo Salvatore (la tradizione bizantina chiama così questo avvenimento). Gesù è riconosciuto come il Messia tanto a lungo atteso, “luce delle genti” e “gloria di Israele”, ma anche come “segno di contraddizione”. La spada di dolore predetta a Maria annunzia l'altra offerta, perfetta e unica, quella della croce, la quale darà la salvezza “preparata da Dio davanti a tutti i popoli”.

Per la riflessione
(CCC 528) L'epifania è la manifestazione di Gesù come Messia d'Israele, Figlio di Dio e Salvatore del mondo. Insieme con il battesimo di Gesù nel Giordano e con le nozze di Cana [Solennità dell'Epifania del Signore Antifona al “Magnificat” dei II Vespri: Liturgia delle Ore, v. 1], essa celebra l'adorazione di Gesù da parte dei “magi” venuti dall'Oriente [Mt 2,1]. In questi “magi”, che rappresentano le religioni pagane circostanti, il Vangelo vede le primizie delle nazioni che nell'incarnazione accolgono la Buona Novella della salvezza. La venuta dei magi a Gerusalemme per adorare il re dei giudei [Mt 2,2] mostra che essi, alla luce messianica della stella di Davide [Nm 24,17; Ap 22,16], cercano in Israele colui che sarà il re delle nazioni [Nm 24,17-19]. La loro venuta sta a significare che i pagani non possono riconoscere Gesù e adorarlo come Figlio di Dio e Salvatore del mondo se non volgendosi ai Giudei [Gv 4,22] e ricevendo da loro la Promessa messianica quale è contenuta nell'Antico Testamento [Mt 2,4-6]. L'epifania manifesta che “la grande massa delle genti” entra “nella famiglia dei patriarchi” [San Leone Magno, Sermo 33,3: PL 54, 242] e ottiene la “dignità Israelitica” [Veglia pasquale. Orazione dopo la terza lettura: Messale Romano]. (CCC 530) La fuga in Egitto e la strage degli innocenti [Mt 2,13-18] manifestano l'opposizione delle tenebre alla luce: “Venne fra la sua gente, ma i suoi non l'hanno accolto” (Gv 1,11). L'intera vita di Cristo sarà sotto il segno della persecuzione. I suoi condividono con lui questa sorte [Gv 15,20]. Il suo ritorno dall'Egitto [Mt 2,15] ricorda l'Esodo [Os 11,1] e presenta Gesù come il liberatore definitivo.

(Prossima domanda: Quale insegnamento ci offre la vita nascosta di Gesù a Nazaret?)

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